Giallo di Cornuda: Sofiya, il fermo-immagine con l’assassino

CORNUDA. L’ultima immagine di Sofiya ancora in vita assieme al suo assassino potrebbe essere stata immortalata da una telecamera che si trova nel centro di Romano Alto, la zona nord del comune ezzelino, all’imbocco con la statale Cadorna, la strada che collega Romano d’Ezzelino a Cima Grappa.
Un ulteriore tassello sulla verità dietro al delitto di Sofiya Melnik, potrebbe arrivare dalla visione di quelle immagini. Se, come pare, assassino e vittima si trovavano nella stessa auto, le immagini della telecamera di Romano Alto potrebbero essere di estremo aiuto agli investigatori. Il punto è che la registrazione delle immagini rimane in memoria, in genere, per un tempo limitato. In ogni caso, gli investigatori non hanno lasciato nulla d’intentato e si sono mossi per visionarle.
È probabile infatti che l’auto con l’assassino e la sua vittima, viva nel lato passeggero o morta nel bagagliaio, sia passata per il centro di Romano Alto invece che scendere dal Grappa dopo esserci arrivati dal versante di Semonzo. Un passaggio davanti alla telecamera in questione potrebbe essere stato quasi sicuramente fatto.
Nel frattempo le indagini di laboratorio proseguono. Da una parte con i carabinieri del Ris di Parma che stanno valutando le macchie sospette trovate nell’auto di Sofiya, trovata abbandonata nei colli attorno a Maser, e all’interno della villetta di via Jona a Cornuda. Dall’altra con l’anatomopatologo Alberto Furlanetto che s’è preso, assieme ad altri due professionisti che lo aiuteranno a capire come sia morta la 43enne ucraina, due mesi di tempo per rispondere ai quesiti posti dal sostituto procuratore Giulio Caprarola, titolare dell’indagine.
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