Geox, valore azioni dimezzato in 5 anni Dividendi a rischio

montebelluna. La ristrutturazione della rete distributiva annunciata da Geox, con la chiusura di ottanta punti vendita nei prossimi tre anni, non piace agli investitori: a Piazza Affari il titolo venerdì ha perso quota toccando un minimo in avvio di seduta (1,158 euro) e chiudendo a 1,16 euro per azione. Il calo però è costante negli ultimi anni, se si pensa che nel 2007 un’azione era quotata oltre 16 euro e che cinque anni fa valeva più del doppio di oggi. Numeri che inquietano gli operatori di Borsa. Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno peggiorato le valutazioni dopo la presentazione dei numeri relativi al 2019, abbassando la raccomandazione sul titolo da “hold” a “reduce” - invitando quindi a ridurre il titolo in portafoglio - e tagliando il target da 1,15 a 1,00 euro. E anche Banca Akros ha sforbiciato il prezzo obiettivo sulla società, portandolo da 1,31 euro a 1,18 euro, confermando però il giudizio “neutrale” sull’attività. Performance che mettono a rischio il dividendo pagato da Geox, giudicato insostenibile da molti addetti ai lavori in quanto la società, tecnicamente, non potrebbe procedere alla distribuzione degli utili. Nell’ultimo il titolo azionario ha perso circa il 7 per cento, a fronte di un settore di riferimento che ha guadagnato in media circa il 21 per cento.
A preoccupare - e probabilmente ad aver motivato la sostituzione dell’amministratore delegato Matteo Mascazzini con Livio Libralesso - è soprattutto l’andamento dei ricavi, in calo del 2,6 per cento nel 2019 rispetto al 2018, ma soprattutto lontani dalle stime di crescita annunciate nel piano industriale 2019-2021 (presentato a novembre 2018), che prevedevano un incremento del 6,5 per cento. L’azienda ha motivato il calo con il contesto particolarmente complesso nel mercato di riferimento e con la scarsa redditività di alcuni punti vendita: nel 2019 sono stati chiusi 14 negozi in Italia e 15 in Europa. Segnali incoraggianti arrivano però dalla crescita sostenuta del canale online diretto (più 29 per cento rispetto al 2018). E anche le vendite dell’ultimo trimestre, relative alla collezione autunno-inverno, sono state in linea con l’esercizio precedente. —
Andrea De Polo
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