Gentilini: «Ho perso mio fratello»

SAN BIAGIO. «Era una persona disponibile e corretta», lo ricorda Emanuela Fiorotto, ex sindaco di San Biagio e assessore per tre anni nell’ultima giunta guidata da Bin, «e quando aveva le sue idee lo faceva capire chiaramente. Io sono stata cacciata da lui, perché la pensavamo diversamente. Ma è stata una persona dal grande profilo istituzionale». Chi invece è cresciuto politicamente al suo fianco è Alfonso Beninatto, il delfino di Bin a Breda di Piave: «Mi ha introdotto nell’amministrazione, e mi ha insegnato molto. Anche quando sono diventato sindaco c’era sempre per aiuti e consigli, e poi aveva la dote di sapere stare sempre in mezzo alla gente; di andare a vedere con i suoi occhi i problemi». Nel prossimo consiglio comunale di San Biagio, il sindaco Alberto Capelletto osserverà un minuto di silenzio: «È stata una personalità importante per San Biagio. Era molto attento a ciò che gli succedeva attorno, perché stava spesso tra la gente». Simile anche il ricordo del sindaco di Breda Moreno Rossetto, che muoveva i suoi primi passi in politica quando Bin era sindaco: “Ha fatto la storia di questo paese. Lo avevo visto poco tempo fa, era sempre a disposizione per le manifestazioni istituzionali. Partecipava molto». Con Bin è stato realizzato anche l’attuale Tiziano, il primo centro commerciale della provincia, le cui basi erano state gettate dal predecessore, Zanella. «Si preoccupava sempre che il pubblico venisse sempre prima del privato», lo ricorda Gino Gaion, fondatore dell’attuale Tiziano, e amico di Bin, «era un sindaco che guardava allo sviluppo, ai posti di lavoro, e molto riflessivo. Non rispondeva mai sull’onda dell’istinto. Sono andato a salutarlo in ospedale pochi giorni fa». Chi ha conosciuto Bin a suon di scontri e trattative è Antonio Confortin, sindacalista della Uil che curò per 15 anni le vertenze della Nuvoletta: «Quando si arrabbiava batteva i pugni sul tavolo. Ma nonostante non vedesse di buon occhio i sindacati, era un imprenditore con cui si poteva parlare e alla fine si chiudevano ottimi accordi. Alla nuvoletta ne abbiamo siglati molti». Tra gli ultimi a salutare Bin anche Giancarlo Gentilini: «Sono andato a salutarlo la scorsa settimana. Era un mio grande estimatore, e io stimavo lui. Abbiamo avuto a che fare in banca, nella Dc, da sindaci, era un fratello. Rappresentava il popolo trevigiano». (f.c.)
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