Gava può tornare al lavoro Già presentato il ricorso

Roberto Gava, il cardiologo radiato dall’Ordine dei Medici di Treviso per le sue posizioni contro i vaccini, se lo vorrà, in questi giorni potrà tranquillamente tornare al lavoro. Radiato venerdì scorso, aveva infatti 30 giorni di tempo per presentare, come ha già fatto, ricorso contro la decisione dell’Ordine. E comunque, fino al secondo grado di giudizio, potrà esercitare la professione. Il caso ha avuto vasta eco, a livello nazionale, ma la cosa non sembra per nulla preoccupare Gava: «È un’occasione d’oro non solo per divulgare le mie idee ma anche per diffondere la cultura del rispetto dei diritti fondamentali, a partire dalla libertà di pensiero e di scienza. In medicina non esistono certezze assolute, ciò che conta è conoscere bene ogni paziente nella sua storia personale, fisica, psichica, familiare, sociale e ambienta e poi decidere il meglio per lui». Insomma, per Gava i vaccini non vanno somministrati a prescindere, ma solo a seconda dei singoli casi, posizione che però va contro la linea della medicina ufficiale e l’Ordine. Gava però non se ne cura, e sulla radiazione dice: «Sono stato colpito per le mie pubbliche manifestazioni di pensiero e di scienza, senza che mi fossero contestati concreti pericoli e danni a pazienti. Le Brigate Rosse dicevano: ucciderne uno per educarli tutti». Solidarietà a Gava da parte di Adriano Zaccagnini, dell’Mdp: «Di fronte a un regime di oligopolio è legittimo farsi delle domande sulla politica vaccinale nel paese e la sicurezza dei prodotti. La mia solidarietà al dottor Gava, messo all’indice come al tempo dell’Inquisizione».
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