Gagliardi agli Alcuni «Teatri, dialogo aperto»

L’amministratore unico della spa: «Il deficit è generato solo dai costi della lirica» Del Monaco, verrà ridiscussa l’intesa con l’amministrazione comunale
AGOSTINI TREVISO 20 CF TV AL TEATRO COMUNALE, IN FOTO G. MANILDO E D. DE POLI
AGOSTINI TREVISO 20 CF TV AL TEATRO COMUNALE, IN FOTO G. MANILDO E D. DE POLI

«Se vogliono confrontarsi, gli Alcuni sanno dove trovarmi. Le porte sono sempre aperte. Per mia natura, ho sempre preferito il dialogo di persona, mai quello attraverso i giornali». Gianfranco Gagliardi, amministratore della Teatri e Umanesimo Latino spa, la controllata di Fondazione Cassamarca che gestisce teatri, gli atenei e i mastercampus, risponde al doppio appello degli Alcuni. Emersa la possibilità che Fondazione scaricasse il teatro, si erano detti disponibili a collaborare, offrendosi per gestire un anno, senza oneri economici il cartellone per bambini e ragazzi.

«Nel merito, siamo sempre stati convinti della qualità e della bontà dell’attività teatrale per le scuole, e non l’abbiamo mai sottovalutata: al punto da non farla, negli ultimi tempi, proprio perché gli Alcuni la fanno, e bene, nella loro struttura», continua Gagliardi, «e questo credo di averlo detto apertamente, ai Manfio. In ogni caso non ci mancano nè sensibilità nè competenze, nè capacità di rete ed i relazione con le realtà venete e anche quelle fuori dal Veneto, come dimostrano le nostre esperienze di teatro per bambini e ragazzi a Pieve e a Vittorio. Ma riconosciamo la loro attività qui a Treviso, e dal canto nostro non siamo insensibili al teatro per ragazzi, tanto che ospitiamo all’Eden la rassegna con le compagnie delle scuole medie e superiori. Oltre 50 serate in due mesi, è un fenomeno».

Gagliardi, resta il nodo dei conti del teatro.

«Voglio fare chiarezza, Da un lato Fondazione non ha ancora preso alcuna decisione sul teatro, dall’altro il disavanzo non è generato dall’attività artistica tout court, ma solo dalla lirica. Ma siamo obbligati due volte a promuoverla».

Due volte? Intanto ricordiamo: i teatri a Fondazione costano 3 milioni, a fronte di 1,3 milioni di incassi.

«Due volte perché la legge dice che i contributi ai teatri di tradizione, come è il Del Monaco, arrivano solo se si produce attività lirica. Se non bastasse, la convenzione firmata con il Comune ci obbliga a fare la lirica. Non possiamo non farla. Nessuno in Italia, fa lirica senza passivi. L’obiettivo è minimizzare il deficit. Ma al netto della lirica il bilancio sarebbe in pareggio o addirittura in leggero attivo».

Anche prima della chiusura del teatro era emerso questo paradosso.

«E inevitabile, se non si vuol andare fuori legge. Se non fa attività non prendi i contributi, se la fai c’è il disavanzo, di fatto fisiologico. Guardate anche in giro, dai grandi ai piccoli teatri di tradizione italiani».

Resta che Fondazione Cassamarca «scarica» il teatro.

«No. All’interno di Fondazione non è ancora cominciata la discussione su teatro, e costi, su università e costi. Che ci sia una spending review in atto è vero, che ci sia l’istanza di rivedere le intese con il Comune per i teatri della città è altrettanto vero. Ma ancora non siamo entrati nel merito, lo faremo adesso».

È assodato che in questo momento siete chiamati a scelte forti. Fondazione non può accollarsi ancora gli oneri attuali.

«Ma non è stata adottata alcuna decisione. Il consulente legale di Fondazione ha esposto il quadro delle diverse convenzioni in atto per teatri, università, villa Franchetti e mastercampus a San Francesco. Dal canto mio ho presentato a presidente e consiglieri i numeri che riguardano la società di cui sono amministratore. Adesso passeremo alle valutazioni più approfondite».

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