Furto di identità social per Sabrina Salerno: «Hanno pure insultato mio figlio minorenne»

MOGLIANO. «Sono abituata ai soliti furti di identità, alla cattiveria, all’ignoranza e alla stupidità, ma qui siamo andati ben oltre. Furto d’identità e utilizzo di immagine di minore, accompagnati da un testo che si commenta da solo; accade su un social di nome VK. Adesso basta».
Questo il duro sfogo domenicale esternato, attraverso i classici canali social (Facebook e Instagram), da Sabrina Salerno, nota showgirl trevigiana d’adozione che, dopo l’ennesima comparsa online di un profilo fake a suo nome con tanto di fotografia rubata dal suo profilo ufficiale (la si vede abbracciata al figlio minorenne), e annesso post sessualmente allusivo ben oltre lo sgradevole, prende seri provvedimenti.
«Si è superato il limite. Sono vittima sistematica, come tanti altri personaggi del mondo dello spettacolo, di attacchi a base di insulti e volgarità sessuali di ogni tipo», racconta. Salerno prontamente si è rivolta alla polizia postale di Treviso per la denuncia e contemporaneamente al suo avvocato, come ha esternato anche in una delle sue stories, affinché esca fuori il nome e cognome dell’autore del gesto.
«Ormai si è arrivati al punto che, quando metto una mia foto in bikini su Instagram, sottostando alla logica perversa di tanti depravati, dovrei avere quasi paura ed essere pronta a ricevere commenti insultanti. Il 90 per cento dei leoni da tastiera ha serie turbe esistenziali, ma alla radice il problema è più stringente: non ci sono realmente leggi che tutelino l’identità virtuale. Perché, ad esempio, non istituire l’obbligo della registrazione dell’identità e dell’impronta digitale per l’accesso ai social?», si chiede amareggiata la cantante e attrice di origine genovese.
In rete, le varie “sabrinasalerno_original” e similari, profili evidentemente farlocchi, si sprecano: mitomania galoppante e risvolti negativi del web, incapace di tutelare l’unicità dei soggetti. Dopo il pensiero affidato alla rete, sono arrivati centinaia di commenti di solidarietà al suo post, tra consigli su come agire e sentimenti di vicinanza; Salerno che non è nuova e sfortunata protagonista di simili disavventure, visto che anche la scorsa estate aveva messo in guardia i suoi fan dal costante proliferare di profili falsi.
VK nello specifico è, in parole povere, la maggiore rete sociale in Russia e in tutta la Csi: il Facebook russo, dal quale copia anche il classico colore bandiera bianco-blu. Fondato dal programmatore russo Pavel Durov nel 2006, ha visto crescere esponenzialmente il proprio numero di iscritti arrivando a raggiungere i 500 milioni di utenti registrati.
Sussiste però una differenza sostanziale rispetto alla maggior parte delle principali piattaforme di condivisione social, ovvero la concessione di fin troppo ampie “libertà” tra le sue larghe maglie: tra gli altri, gruppi antisemiti, violenti, sovranisti e di ultradestra anche italica (come CasaPound, escluso dalla piattaforma di Zuckerberg, e Forza Nuova) folleggiano e inneggiano alla libera espressione, in quello che si configura come uno degli angoli di web più disturbanti. «Con una bella scrematura si eviterebbero tutti questi guai, soprattutto per i giovani che dovrebbero essere più protetti», conclude. «Abbiamo visto cosa sia successo a quella povera ragazzina su TikTok. Tutto questo deve finire». —
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