Funerale “vietato” al prof valdese «Solo un malinteso»

Sarà una liturgia di rito valdese celebrata in una chiesa cattolica il funerale del professor Adamo Donini, stimato docente di storia e filosofia al liceo scientifico Da Vinci fino alla metà degli anni ’90, morto lunedì all’età di 84 anni. «Lo spirito dell’ecumenismo è l’ospitalità. E il suo fondamento è ciò che unisce i cristiani e non quello che li divide», spiega don Adelino Bortoluzzi, parroco di Santa Maria del Rovere, che aprirà le porte della chiesa al funerale del professor Donini, da sempre conosciuta e frequentata dal professore, cristiano di credo valdese, come una “parrocchia d’adozione”.
Il funerale verrà celebrato domani pomeriggio alle 15 e avrà come celebrante una pastora della chiesa Valdese, la confessione cristiana protestante che affonda le sue origini nella seconda metà del XII secolo.
Eppure la parrocchia “di casa” del professore (non solo per esser stata da sempre la chiesa del suo quartiere) rimane quella di San Pelajo. Ricorda un amico della famiglia: «Spesso il professor Donini era stato addirittura invitato dai parroci a presenziare alle nostre funzioni religiose e a parlare alla comunità».
Sulla vicenda dell’iniziale rifiuto dell’attuale parroco di San PelaJo, don Rino Bordignon, ad accogliere la celebrazione del rito funebre valdese nella chiesa della sua parrocchia, interviene il vicario della diocesi di Treviso, monsignor Giuseppe Rizzo: «Si è trattato solo di un equivoco. Il parroco mi ha interpellato e gli ho spiegato che la celebrazione è possibile. Per tutti i cristiani battezzati si può celebrare il commiato con la Liturgia della Parola». Nessuna porta viene dunque chiusa nelle chiese della città, né mai si chiuderà ai fedeli cristiani, pur non cattolici. E se è avvenuto si è trattato di un equivoco: «E’ l’intesa che trova il suo fondamento nell’ecumenismo», aggiunge monsignor Rizzo.
Domani pomeriggio in chiesa a Santa Maria del Rovere sarà una pastora protestante della chiesa valdese a celebrare la funzione, Caterina Griffante. «Il primo gesto dell’ecumenismo è l’accoglienza», dice don Adelino. «L’occasione sarà davvero importante per convincere noi cristiani ad aprici alla dimensione dell’ecumenismo della Chiesa, tanto auspicata da Papa Francesco».
Dopo aver pronunciato la liturgia della Parola, credo condiviso da tutti i cristiani, il parroco di Santa Maria del Rovere cederà il posto alla celebrazione del rito valdese: «A cinquant’anni dal concilio Vaticano II forse c’è ancora bisogno di una maggiore reciproca conoscenza tra cristiani», dice la pastora Caterina Griffante, «Importante è pregare insieme l’unico Signore». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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