Frode milionaria dei bancali, 29 denunce

di Federico de Wolanski
ZERO BRANCO
Tonnellate e tonnellate di bancali in legno commercializzati eludendo Iva e regole fiscali. Tutto grazie ad una rete di aziende e società fittizie, aperte nel registro imprese di vari capoluoghi italiani e utilizzate per mettere in piedi una montatura di false fatture che permetteva all’azienda di acquistare la merce in nero e rimetterla sul mercato a prezzi stracciati.
E’ la maxi frode scoperta dalla Guardia di Finanza e che fa capo a Zero Branco. Qui ha infatti sede l’azienda cardine di tutto sistema scoperto e smantellato dall’operazione «Pallets» del nucleo di polizia tributaria della Fiamme Gialle.Gli investigatori hanno impiegato un anno a mettere insieme tutti i tasselli della grande truffa. La fotografia della situazione è questa: un giro d’affari da 41milioni di euro dal 2004 al 2010, per un totale di oltre 8 milioni di euro di evasione di cui 5,7 imputabili alla sola azienda zerotina; un’architettura criminosa divisa in 15 diverse sigle societarie; tre tipologie di frode distinte; 29 persone denunciate.
Il primo e principale imputato nel processo che si aprirà a breve sul caso (il Sostituto procurator Valeria Sanzari ha già chiesto il rinvio a giudizio) è il quarantenne, trevigiano, legale rappresentante dell’azienda di Zero Branco. Gli altri sono tre trevigiani accusati di illecita intermediazione di manodopera, ed altre 25 persone accusate di aver violato la norma in materia di commercio e contributi.
La rete messa in piedi dalla società zerotina si estende a Padova, Bassano, Reggio Emilia, Piacenza, Mantova, Modena, Pistoia, Firenze, Foggia, Potenza. Per ognuna di queste città una società diversa, per ciascuna di queste società un ruolo nel sistema «Pallets». Il sistema frode prevedeva l’emissione di fatture per operazioni inestistenti sulla base di finte «dichiarazioni d’intenti» delle società (fittizie) che avrebbero acquisito la merce; la realizzazione di fatture per operazioni di acquisto o consegna effettuate in nero; l’ormai classica frode carosello nella quale l’interazione di più società e diversi passaggi di consegne della merce faceva si che alla fine nessuno pagasse effettivamente l’Iva.
Ovvie le ripercussioni sul mercato «dove l’azienda zerotina – dice il tenente colonnello Massimo Dall’Anna, comandante del nucleo di polizia tributaria – già attiva da anni si era riuscita a imporre con prezzi più che concorrenziali. Dove venivano acquistati i bancali di legno? Da aziende specializzate polacche e ungheresi con le quali la società di Zero Branco aveva instaurato rapporti commerciali prima di attuare la maxifrode, oppure da camionisti (molti dell’est europeo) che rivendevano a privati i bancali di risulta da vecchie consegne. La voce dei «guai finanziari» in cui era incappata un’azienda del posto era circolata in paese già nei mesi scorsi. Chiacchiere, ma che alla fine si sono rivelate fondate.
Nel corso dell’attività, le Fiamme gialle hanno posto i sigilli a 3.795 bancali; una frode formato grattacielo ora materia di tribunale.
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