Fornisce notizie riservate, finanziere arrestato

Accedeva alle banche dati interne della Guardia di finanza di Treviso per scopi personali. In sostanza, passava informazioni riservate ad amici e parenti. Ieri il militare delle Fiamme gialle di Treviso è stato sospeso dal servizio e adesso si trova agli arresti domiciliari. Le indagini interne sono state svolte dalla Guardia di finanza della Marca in massima trasparenza, dirette dalla Procura della Repubblica di Venezia, competente per i reati di accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio. Nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto del finanziere trevigiano, sono state eseguite 17 perquisizioni personali e domiciliari, inoltre 8 decreti di sequestro di atti e documenti a enti pubblici, aziende e associazioni della Marca.
Il finanziere, 58enne, che lavora da molti anni per le Fiamme gialle di Treviso ed è alla soglia della pensione, avrebbe usato l’accesso alle banche dati tributarie e di polizia non per finalità d’ufficio, ma per dare informazioni a terzi, amici e parenti, e per scoprire informazioni su famigliari e colleghi. Di mezzo non ci sono soldi o pagamenti. Si trattava solo di “cortesie” ma in palese violazione del proprio ruolo. I database della Finanza servono per conoscere posizioni tributarie, tasse, redditi, dati personali. La Finanza lo aveva capito da quasi due anni, incrociando i dati e venendo a capo del fatto che il sistema era stato usato non per scopo di indagine. Tolleranza zero da parte del comando. «Pur nel rispetto della presunzione di innocenza, mi preme sottolineare come la Guardia di finanza, grazie a sistemi di audit interni moderni, rigorosi e capillari, abbia sviluppato da tempo gli anticorpi per individuare e sanzionare ogni comportamento che diverga dalla linea retta della legalità, principio che guida gli oltre trecento finanzieri che, ogni giorno, operano nella Marca per la tutela della sicurezza economica e finanziaria e la difesa dei cittadini onesti», il commento del colonnello Francesco De Giacomo, comandante provinciale.
«In tale azione, la sinergia e la fiducia reciproca con l’autorità giudiziaria sono incondizionate e consentono di perseguire, sia sul piano penale che su quello disciplinare, eventuali atti illeciti: tolleranza zero” verso chi viene meno ai propri doveri». Un messaggio di trasparenza e di rigore interno, prima ancora che verso i contribuenti, ha aggiunto. Il finanziere non temeva di essere scoperto? «È stato ingenuo, perché si sa che gli accessi alle banche dati sono tracciati. È il nostro lavoro, ripeto, dobbiamo essere rigorosi all’interno prima ancora che all’esterno, altrimenti si perde credibilità». Assieme al militare sono indagate, per gli stessi reati, e hanno tutte ricevuto l’avviso di garanzia a motivo di perquisizione, tutte le persone che hanno beneficiato a vario titolo delle informazioni acquisite «illecitamente mediante gli archivi informatici». Nessun altro militare è coinvolto.—
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