Fondi, funzionario artigiano nel mirino

Confartigianato nomina un legale per chiarire la condotta del proprio dipendente dopo le denunce di due imprenditori
Di Federico Cipolla
Franklin, North Carolina, USA --- Mechanic working on car, leaning in under open hood. --- Image by © Third Eye Images/Corbis
Franklin, North Carolina, USA --- Mechanic working on car, leaning in under open hood. --- Image by © Third Eye Images/Corbis

Ha chiesto di un contributo regionale di 60 mila euro. Ma i soldi, dopo essersi indebitato, non sono mai arrivati. Ed è fallito. Cose che succedono nella patria delle partite Iva. Se non fosse che per quel contributo il malcapitato ha pagato una consulenza di 20 mila euro al Distretto della bicicletta, ente presieduto da Mirco Casteller, funzionario della Confartigianato di Venezia, all’epoca dei fatti, e ora a Treviso. La stessa procedura l’associazione di categoria avrebbe potuto farla per poche centinaia di euro. Qualcosa di illegale? Per la Procura assolutamente no. Ma la Confartigianato ha dato incarico all’avvocato Gianfranco Gagliardi per approfondire la condotta del suo funzionario: «Ha tenuto dei comportamenti che lasciano dei dubbi», sostiene il presidente dell’associazione Renzo Sartori.

Casteller è stato denunciato per truffa da due delle persone che sostengono di essere cadute nella sua rete: Stefano Zanatta e Vito Patruno. E il tribunale ha archiviato, non ravvedendo nella sua condotta alcun reato. Ma Zanatta, l’artigiano che aveva chiesto i 60 mila euro, si è rivolto anche alla Cassazione, e Patruno ha presentato appello.

Una vicenda intricata quella che coinvolge il funzionario della Confartigianato. Casteller, residente a Spresiano, ha fondato qualche anno fa il Distretto della bicicletta, di cui è diventato presidente. E attraverso di esso chiedeva contributi alla Regione. Per farlo però si è avvalso dell’aiuto, inconsapevole – stando alle denunce presentate – di Vito Patruno, un artigiano di Spresiano. È stato lui, per un breve periodo, a procurare i clienti a Casteller. Di fatto, dalle denunce, emerge che il funzionario della Confartigianato si faceva pagare una parcella per svolgere le pratiche volte e ottenere il contributo. La fattura per la consulenza (nel caso di Zanata da 20 mila euro) veniva intestata alla partita Iva del Distretto della bicicletta, esattamente identica a quella di Casteller, a cui poi finivano i soldi. L’oggetto del finanziamento della Regione era l’ammodernamento di officine meccaniche. Zanatta appena aperta l’officina meccanica a Villorba ha chiesto quel contributo, pagando i ventimila euro al Distretto della bicicletta. Dopo alcuni mesi però il contributo regionale non era ancora arrivato. Perché? Semplice. La Regione aveva rifiutato la richiesta.

Da qui sono iniziati i guai per Zanatta, a causa dell’esposizione bancaria. E anche per Vito Patruno, che in banca aveva fatto da garante per il meccanico affinché gli fosse rilasciato un mutuo, che poi Zanatta sarebbe riuscito a pagare grazie all’entrata del contributo regionale.

Le persone coinvolte (altri artigiani oltre a Zanatta e Patruno sono stati coinvolti) hanno inviato tutta la documentazione, completa di bonifici, sms, denunce, alla Confartigianato. Che, dopo un periodo di attesa sotto la presidenza di Mario Pozza – che pure era stato informato dei fatti con una serie di raccomandate – ora ha deciso di vederci chiaro.

«È una questione che stiamo approfondendo, per tutelare l’associazione stessa e i suoi iscritti», conferma il presidente Renzo Sartori. «Al momento Casteller è stato assolto, quindi stiamo attendendo la conclusione degli altri gradi di giudizio per prendere eventuali provvedimenti. Certamente la sua condotta ci lascia dei dubbi». Confartigianato ha chiesto ufficialmente spiegazioni al suo dipendente che ha presentato una relazione.

«Mi sembra una strada coincidenza, che fatti di cinque anni fa vengano fuori proprio a un mese e mezzo dalle elezioni di Spresiano», è la risposta di Casteller. «A questo punto non mi resta che candidarmi sindaco, perché significa che sto facendo paura a qualcuno. Sono già stato assolto dalle accuse che mi sono state mosse. E non vedo nulla di scorretto in quelle consulenze, nemmeno nei confronti di Confartigianato. È il mercato che stabilisce il prezzo di una prestazione».

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