Fondazione sotto assedio «L’attacco parte da Pozza»

«Non mi scompongo minimamente per quello che dice il signor Antonini, devotissimo mi pare di Comunione e Liberazione, grande amico di un tal Roberto Formigoni. Sappia però il signor Antonini che con i derivati non abbiamo perso nemmeno un euro, in Fondazione Cassamarca. Però Antonini, vista la sua crescente ostilità, dovrebbe piuttosto pensare di andarsene dal consiglio di indirizzo di Fondazione Cassamarca. Ma credo che non lo farà mai».
Renato Sartor, ex storico braccio destro del presidente Dino De Poli in Fondazione Cassamarca, stronca senza mezzi termini il costituzionalista Luca Antonini, rappresentante dell’università di Padova nel consiglio di indirizzo di Fondazione Cassamarca. Il quale non ha affatto gradito la cura dimagrante proposta da Renato Sartor per salvare il futuro di Fondazione: ridare indietro la gestione dei teatri Mario del Monaco ed Eden al Comune, ma anche le sedi universitarie trevigiane di Padova e di Venezia allo Stato, con anzi l’ipotesi di tenere in città solo Venezia, dato il crescente calo degli iscritti a Giurisprudenza, che è un corso patavino. E infatti Antonini ha tuonato: «Renato Sartor, invece di dare consigli, dovrebbe pensare ai danni che ha fatto a suo tempo in Fondazione Cassamarca. Dovrebbe pensare ai buchi prodotti con i derivati».
Renato Sartor replica prima con una risata, poi abbassa il tono e dice: «Per prima cosa, c’è da dire che il signor Antonini non sa nulla, delle dinamiche economiche della Fondazione. Lo posso dire senza tema di smentita, anche se oggi sono solo un ex segretario. E quindi il discorso sui danni che il sottoscritto avrebbe provocato con i derivati non sta in piedi. Non è poi affatto bello che Antonini ventili cause legali se Giurisprudenza dovesse andarsene da Treviso: gli ricordo che siede comunque nel consiglio. E se non gli va bene la linea di Fondazione, se ne vada, come ha fatto Pagotto». Quel Carlo Pagotto, rappresentante della Camera di Commercio nel consiglio di indirizzo di Fondazione, che ha infatti sbattuto la porta inviando una lettera dai toni molto duri contro la gestione del presidente De Poli.
Ma Sartor ne ha anche per Pagotto, e per il presidente della Camera di Commercio: «La polemica innescata da Pagotto? La sua uscita di scena? Che strano, proprio lui che rappresenta la Camera di Commercio... Mi pare tanto un’operazione innescata dall’attuale presidente camerale, Mario Pozza, che evidenzia nervosismo ma anche un preciso attacco per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dal seguente problema: sta per chiudersi la causa fatta da Fondazione Cassamarca alla Camera di Commercio perché la Camera, dopo aver stretto a suo tempo l’accordo, poi non ha più voluto lasciare a Fondazione il palazzo di piazza Borsa per portare la sua sede all’Appiani, alla Cittadella delle Istituzioni, creata da Fondazione. E questa causa la Camera di Commercio è destinata sicuramente a perderla: dovrà quindi pagare dai 5 ai 6 milioni di euro di danni a Fondazione. Ecco perché alzano il polverone. Ma non servirà».
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