Fondazione mette in vendita casa dei Carraresi

Ca’ dei Carraresi, il palazzo medievale sede espositiva e congressuale che si affaccia sulla Pescheria? Si può acquistare a meno di 12 milioni, con l’adiacente Ca’ dei Brittoni.
Il teatro Eden, secondo contenitore culturale della città dopo il comunale del monaco? Il gioiello liberty nel cuore del villaggio sognato dal senatore Appiani vale 12 milioni.
E infine il più moderno teatro delle Voci (già cinema La Perla, prima parrocchiale e per qualche tempo a luci rosse) a San Liberale: oggi è una modernissima sala di incisione, ma può essere anche un teatro per produzioni di avanguardia e sperimentazione, e anche sala convegni ridotta per seminari e master di formazione. Si può acquistare a un prezzo base di 10 milioni.
Tre immobili, di cui due memoria storica della città, scrigni di arte e di spettacolo. Fondazione Cassamarca accelera, e li mette sul mercato. E il giorno dopo la vendita dell’ex Questura, ceduta con preliminare alla Roleo srl dell’imprenditore trevigiano Roberto Alibardi, già presidente di Aliplast ceduta nel 2016 a Hera, e oggi investitore nel settore immobiliare, pubblica sul sito gli annunci dei tre immobili .
Vediamo i dettagli. Casa dei Carraresi, con Ca’ dei Brittoni, ha una superficie complessiva di poco meno di 4 mila metri quadri - esattamente 3.925 - di cui quasi 1.000 di commerciale al piano terra. E il valore iscritto a bilancio è di 11,828 milioni.
Il teatro Eden, fra via XV Luglio e via Monterumici, ha un’area interna di 2.710 metri quadri, con un valore a bilancio che supera di poco i 10 milioni. E ha un po’ meno il Teatro delle voci di via Tre Venezie, oggi affittato a una società, che ha 2.295 metri quadri di superficie. Il valore di bilancio – 9,125 milioni – è legato anche alle modernissime apparecchiature, che lo rendono una sala di incisione e di registrazione all’avanguardia.
In teoria, ci sono dunque 30-31 milioni potenziali. Ma rispetto all’ex Questura, natura degli immobili e vincoli li rendono certo molto meno appetibili. C’è chi assicura come Fondazione, specie per i due teatri, sia interessata anche a proposte di valorizzazione.
E questo ribadisce come il nuovo ente che gestirà il Comunale non avrà altri teatri in dote. L’idea della rete, almeno in città, è quantomeno collegata, se non archiviata.
In ogni caso, il nuovo corso varato da Garofalo vuole accelerare sulla politica di dismissione immobiliari. La prossima scheda sarà quella dell’ex Distretto. Garofalo non vuole che Fondazione sia il “driver” dell’operazione immobiliare legata al nuovo campus unificato in riva al Sile .Intanto, a ca’ Spineda si fanno i primi conti: i 12 milioni della cessione dell’ex Questura, così come i 500 mila euro di dividendi che Unicredit staccherà ad aprile, andranno a ripianare il maxi debito con la casa madre di Milano. Le cifre, e la scadenza, sono già fissate: entro dicembre 2020, dunque in poco più di un anno e mezzo, Fondazione deve versare a Unicredit il 50% del maxidebito di oltre 150 milioni. Dunque ne servono 75. Tolti i 12,5 che arriveranno in primavera, sono 62 (milioni) o giù di lì.
La prima partita all’orizzonte - non l’unica - è quella della sede camera alla cittadella Appiani. Non è semplice. Siamo nell’ordine dei 30 milioni, per Camera meno (26-279), per Fondazione di più (32-33). Vorrebbe dire circa la metà della maxirata. —
Andrea Passerini
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