Fondazione Canova, Favaro lascia

POSSAGNO
«Mi sono proprio dimesso, irrevocabilmente»: Giampietro Favaro conferma le voci che parlavano di una sua uscita dalla Fondazione Canova di Possagno da lui presieduta. Sui motivi che lo hanno fatto decidere in questo senso, l’ex senatore non intende aggiungere nulla di più. Se ne saprà, forse, qualcosa, questa sera quando si riunirà il consiglio di amministrazione della fondazione, convocato, come prevede lo statuto, dal vicepresidente Renato Manera. Rispetto alla formalizzazione delle dimissioni, Favaro è sicuro del fatto suo: «Non mi sembra sia necessaria altra formalità, come ho potuto verificare. Così ho dichiarato al consiglio riunito e quindi mi ritengo dimesso, in tutto e per tutto». La “tegola” delle dimissioni di Favaro arriva a pochi mesi dalla naturale scadenza del mandato dell’attuale cda, i cui destini seguono quelli dell’amministrazione comunale anch’essa a scadenza. Ma anche se il diretto interessato, tuttavia, nulla fa trapelare circa i motivi del clamoroso gesto, tuttavia è lecito fare qualche supposizione. Dal confronto con l’amministrazione sarebbero negli anni emersi dissapori insanabili. Nonostante questo, il sindaco di Possagno Gianni De Paoli spera che il presidente dimissionario torni nelle sue decisioni: «Dispiacerebbe molto che, tra l’altro a soli cinque mesi dalla scadenza, si chiudesse in questo modo una esperienza che agli occhi di tutti è più che positiva. Il presidente Favaro ha fatto molto per rilanciare il Museo e la Gipsoteca che custodiscono la memoria del grande scultore Antonio Canova. Per questo mi auguro proprio che ritiri le sue dimissioni». Anche recentemente la Consulta Canoviana che riunisce comune, fondazione e Opera del Tempio, ha espresso giudizi molto lusinghieri nei confronti di questi nove anni di presidenza, segnati da importanti appuntamenti di richiamo come il 250° anniversario della nascita dell’artista e l’esposizione della sua produzione pittorica. L’ultima iniziativa è stata la ricostruzione dello studio romano del Canova, che diventa laboratorio. (d.n.)
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