Fondazione Breda prosciolto anche Cibin Era l’ultimo imputato

Fondazione Breda di Padova, ultimo atto a 13 anni dall’operazione della procura padovana che il 27 marzo 2008, con tre arresti e una sfilza di nominativi finiti sotto inchiesta, aveva squarciato il velo sulla “svendita” e discutibile gestione del patrimonio dell’ente, tra cui l’ospizio e l’ippodromo Padovanelle di Ponte di Brenta finito all’asta. Ieri si è chiuso in via definitiva il procedimento penale a carico dell’ultimo imputato rimasto in campo, l’ex segretario-direttore della Breda Michelangelo Cibin, 70enne di Treviso. Prescritte tutte le accuse. E senza nessuna valutazione di merito, il tribunale ha chiuso il caso con una sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione perché è passato troppo tempo. E, per legge, non può più essere esercitata l’azione penale. Cibin era chiamato a rispondere di sette contestazioni per i reati di abuso d’ufficio, corruzione, falso ideologico, turbativa d’asta e peculato. Nella sua veste di amministratore della fondazione Breda era accusato di essere stato l’artefice di una serie di vendite sottocosto di alcuni beni dell’ente (ex Ipab, istituto di assistenza e beneficenza), grazie alle perizie redatte da un professionista.
Come il terreno di oltre 32 mila metri quadrati venduto a un’impresa di costruzioni per 3.150.000 euro contro un valore di almeno 4 milioni di euro. Il tutto senza il parere della Regione che avrebbe dovuto preventivamente autorizzare la vendita di qualsiasi tipo di bene di proprietà di un Ipab.
E altro ancora. Tra processi e rinvii, l’amara vicenda si è conclusa co n l’udienza di ieri. —
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