Follina, scavano la fossa nel cimitero sbagliato

FOLLINA. La fossa è nel cimitero sbagliato: la salma deve aspettare, e la sepoltura si blocca. Un incidente imbarazzante, generato da un problema di comunicazione fra il Comune e la ditta che ha in gestione i cimiteri, ha mandato su tutte le furie i parenti di una donna morta pochi giorni fa, Maria Rosa Da Broi.
Le esequie della signora, che aveva esplicitamente richiesto la sepoltura a terra nella parte più antica del cimitero di Follina, sono state celebrate martedì pomeriggio, ma al momento della tumulazione il parroco, i fedeli e gli addetti delle onoranze funebri non hanno trovato lo scavo per la bara, che di norma viene eseguito qualche ora prima. E la salma ha dovuto attendere per più di un’ora.
Il Comune si è scusato con i familiari della donna, comprensibilmente turbati per l’accaduto. Quello di martedì è diventato, di fatto, uno dei funerali più lunghi della storia di Follina. I problemi iniziano nel cimitero monumentale del capoluogo, quando nello spazio riservato alla signora Da Broi i presenti si accorgono che lo scavo non c’è. Il parroco resta letteralmente con l’acquasantiera in mano, indeciso sul da farsi, mentre partono le telefonate ai responsabili del Comune. Nel frattempo, in attesa di chiarimenti, il cofano con la salma della donna viene accompagnato nella cappella del cimitero.
I fedeli, lentamente, tornano verso casa. Sul posto si precipita il sindaco Mario Collet, e il confronto con i familiari diventa piuttosto acceso. Dopo un giro di telefonate, ecco svelato l’arcano: la ditta che gestisce i cimiteri per conto del Comune ha sì effettuato lo scavo, ma nel cimitero sbagliato. Non quello del capoluogo, in cui si stava svolgendo la cerimonia, ma quello di Valmareno, frazione (in Comune di Follina, e non di Cison come in molti pensano) un po’ più a Nord. Dove ora c’è una fossa vuota. La ditta quindi viene rispedita immediatamente a Follina, effettua lo scavo, e la bara – quando ormai è quasi buio – può finalmente essere tumulata. Ieri, la famiglia della defunta si è presentata in municipio per chiedere altri chiarimenti su un episodio che ha profondamente toccato le figlie della donna, in un momento assai delicato. Il Comune ha ribadito le scuse, e ha ovviamente evitato di far pagare la tumulazione ai familiari, ma la pace fra le due parti sembra ancora lontana. Resta l’amarezza per un equivoco risolto in tempi rapidi, ma non per questo meno doloroso.
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