Focolaio di aviaria in un allevamento a Fonte. Scatta il protocollo anticontagio
Il rischio per la popolazione in questi casi è basso ma sono enormi i danni per il settore zootecnico avicolo colpito da focolai stagionali

È stato scoperto un focolaio di aviaria in un allevamento a conduzione familiare a Fonte. Per questo con ordinanza comunale è stato istituita una fascia di protezione attorno all’allevamento, che è ora sotto stretto controllo veterinario onde evitare che l’aviaria possa propagarsi presso altre strutture simili.
La cintura di sicurezza ha un raggio di dieci chilometri, ovvero fino al confine con il comune di Pieve del Grappa e prevede il divieto di fiere, mercati e raduni di pollame, l’obbligo di tenere il pollame al chiuso o protetto da volatili selvatici, controlli veterinari rafforzati e regole più stringenti per la movimentazione degli animali. Infine, agli allevatori e detentori di pollame dovranno rispettare le indicazioni dei servizi veterinari, adottare tutte le misure di biosicurezza e segnalare eventuali mortalità anomale.
L’aviaria è un evento stagionale, che vede l’autunno e inverno come le stagioni a massimo rischio e che, nella maggior parte dei casi, appare primariamente determinato dal contatto tra animali allevati e le specie aviarie serbatoio del virus (in genere anatidi, gabbiani e gru). Il rischio per la popolazione è, per questo sottotipo di aviaria (nello specifico la tipologia H5N1) considerato basso ma sono enormi i danni per il settore zootecnico avicolo.
Risale a quasi un anno fa l’ultimo allarme aviaria con nove focolai scoperti in Veneto nella prima metà di gennaio 2025, tutti nel Veronese. Da ottobre 2024, in Veneto si erano verificati 22 casi, distribuiti tra le province di Verona (12), Treviso (7) e Venezia (3), secondo quanto rilevato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Secondo l’ultimo censimento agricolo il settore avicolo in Veneto quasi 6.300 aziende per un fatturato di 700 milioni di euro e una produzione di carne pari al 30% del totale nazionale.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso








