Festa dea Sardea, addio alla discesa sul Sile «Troppi pericoli e anche troppa indisciplina»

Gli organizzatori hanno deciso, dal 2020, lo stop dopo 28 edizioni della celebre sfilata di barche allegoriche 
BORGHESI . AG.FOTOFILM . TREVISO FESTA DEA SARDEA, DISCESA DI BARCHE LUNGO IL SILE
BORGHESI . AG.FOTOFILM . TREVISO FESTA DEA SARDEA, DISCESA DI BARCHE LUNGO IL SILE

SILEA

Troppa burocrazia, troppi pericoli, troppe imbarcazioni e anche troppo alcol. La discesa folkloristica del Sile non si farà più. È una decisione maturata all’interno del gruppo Sile Folk, che ogni anno da ventotto l’ha organizzata nel primo weekend della Festa dea Sardea. Pochi giorni fa il presidente dell’associazione Giuliano Zanette ha incontrato volontari e amici nella cena di fine anno, per fare un bilancio dell’attività e parlare del futuro della festa. E di fatto è emerso quello su cui da settimane il gruppo ragiona: la Festa dea Sardea va ridimensionata a partire dalla discesa folkloristica sulle acque del Sile.

Il presidente per il momento non vuole commentare la decisione, che certo ha lasciato amarezza all’interno del gruppo e la lascerà in tutti quei trevigiani che la prima domenica di luglio erano abituati ad assieparsi sulla Restera per guardare le improbabili imbarcazioni improvvisate da gruppi di ragazzi partire da Ponte dea Goba per raggiungere la centrale di Silea, dove si tiene la Festa dea Sardea. E certamente qualcuno proverà a fare cambiare idea al Sole Folk. A convincere gli organizzatori a chiuderla con l’edizione 2019 sono state soprattutto le responsabilità crescenti a cui sono chiamati.

Le imbarcazioni che scendono il Sile non hanno pratiamente niente a norma, e finchè il loro numero era ridotto e i gruppi “disciplinati”, gli organizzatori, pur coperti da assicurazione, erano disposti a correre il rischio. Ora invece il timore è cresciuto, anche perché durante la manifestazione si sono verificati dei comportamenti, seppur isolati e sporadici, che hanno indotto gli organizzatori stessi a una riflessione. Riguarda soprattutto qualche gruppo che aveva alzato troppo il gomito, e prima che la situazione sfugga di mano, Sile Folk ha deciso di dire stop.

Se a tutto ciò si aggiungono una burocrazia sempre più gravosa, fatta di autorizzazioni e piani sicurezza molto dettagliati ed impegnativi, si capisce perchè hanno deciso di fermare una manifestazione nata nell’ormai lontano 1989 da un gruppo che decise di provare a raggiungere Venezia da Silea con una imbarcazione improvvisata.

Un ridimensionamento verrà dato peraltro anche alla Festa dea Sardea. Si terrà sempre vicino alla centrale elettrica a Silea, ma si proverà a ridurla negli spazi. Negli ultimi anni sotto i tendoni sono arrivate ogni sera migliaia di persone, con code per trovare un tavolo e per avere da mangiare due sarde in saor o i bigoi in salsa. «Non è più “la damigiana de vin e do sardee”, ma è diventata un’azienda», trapela ancora dagli organizzatori.

A tutti gli effetti. Lo scorso anno in dieci giorni ha fatturato una cosa come 250 mila euro. Il che significa anche in questo caso responsabilità e costi di gestione. Il gruppo Sile Folk vuole provare a riportare la festa alle origini, una bella sagra di paese, legata alle tradizione e al territorio, non un evento da migliaia di persone ogni giorno. Un colpo per molti trevigiani, ma fiorse anche un passo doveroso e apprezzabile di prudenza e onestà.—

Federico Cipolla

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso