Falsi incidenti per truffare le assicurazioni. 24 indagati tra carrozzieri, medico e clienti. Tutti i nomi

TREVISO. L’accusa è pesante: frode ai danni delle assicurazioni con incidenti finti, ammaccature simulate usando pezzi d’auto da rottamare, certificati medici firmati da un medico compiacente. Gli indagati sono 24, quasi tutti (tranne un padovano e due veneziani) in zona Montebelluna e Castelfranco. Ci sono, tra gli altri, un medico del pronto soccorso di Montebelluna, Stefano Galliazzo (in un filone parallelo dell’indagine); i fratelli Matteo (42 anni) e Marco Dussin (34) della Carrozzeria Caonada; Giovanni Carrer, 76 anni, dell’autofficina di Volpago che porta il nome di famiglia.
Il meccanismo
Sono nove gli episodi, verificatesi tra il 2013 e il 2014, che la Procura – è competente quella di Milano – considera palesi truffe ai danni delle assicurazioni: per i 24 indagati è pronta la richiesta di rinvio a giudizio. Incidenti lievi o del tutto simulati con le constatazioni amichevoli, tamponamenti con il classico “colpo di frusta”, prognosi allungate a dismisura – sempre secondo l’accusa – da un medico compiacente. Questo, secondo la Procura, era il ruolo del medico indagato, Stefano Galliazzo, che oggi lavora a Montebelluna e all’epoca dei fatti era in servizio al Ca’ Foncello di Treviso. Al medico vengono contestati la bellezza di oltre quattromila certificati falsi: molti di questi sarebbero stati compilati per suoi parenti o amici.
La scoperta
A insospettirsi per primi sono stati i periti delle assicurazioni chiamati a valutare i danni dopo gli incidenti. Un caso in particolare, nel 2016, ha fatto sospettare che si trattasse di un tentativo di truffa: qualcosa non andava in quei danni alla carrozzeria, sembrava quasi che pezzi dell’auto fossero stati sostituiti con altri già incidentati o ammaccati. Il proprietario del veicolo, messo alle strette, avrebbe confessato: l’incidente denunciato non era mai avvenuto. In questo meccanismo sarebbero coinvolte, secondo le accuse della Procura, la carrozzeria di Caonada e l’autofficina di Volpago. Le richieste risarcitorie arrivavano anche a superare i ventimila euro per auto. E poi c’era il filone medico con i presunti finti certificati: in caso di responsabilità accertate a carico del medico, l’Usl – a detta del direttore generale, Francesco Benazzi – procederà con il licenziamento.
Gli indagati
Sono 1.800 le pagine dei due tronconi dell’indagine. Tra i nomi iscritti nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Eugenia Baj Macario, come detto, spicca quello di Diego Gobbato, ex assessore a Volpago del Montello nella giunta del sindaco Roberto Toffoletto. Gli altri, oltre ai carrozzieri già citati, sono Serenella Moretto, 44 anni, di Castelfranco Veneto; Massimo Moretto, 43 anni, di Castelfranco; Kweku James Anaba, 45 anni, di Camponsampiero; Kwesi Bedjako, 43 anni, di Castelfranco; Daniele Martignago, 40 anni, di Treviso; Antonio Piccoli, 45 anni, di Trevignano; Anna Maria Cenedese, 88 anni, di Treviso; Mauro Serrajotto, 50 anni, di Montebelluna; Manuele Gazzola, 60 anni, di Casella d’Asolo; Federica Merlo, 48 anni, di Montebelluna; Krofa Asamoah, 57 anni, di Castelfranco; Janet Konadu, 52 anni, di Castelfranco; Tiziano Giraldo, 43 anni, di Mira; Antonella Mazaro, 48 anni, di Spinea; Renata Favero, 49 anni, di Montebelluna; Simone Morandini, 32 anni, di Treviso; Alessandro Piva, 27 anni, di Trevignano; Monica Corsaro, 39 anni, di Caerano; Carmela Graziano, 60 anni, di Caerano; infine Francesco Polloni, 55 anni, di Crocetta. —
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