Fallisce l’evasione in elicottero del sicario di Preganziol

PREGANZIOL. C’era un piano per far evadere due detenuti dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo. Per prelevarli dal cortile della casa circondariale durante l’ora d’aria sarebbe stato utilizzato...

PREGANZIOL. C’era un piano per far evadere due detenuti dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo. Per prelevarli dal cortile della casa circondariale durante l’ora d’aria sarebbe stato utilizzato un elicottero con pilota preso a noleggio. Sarebbe bastato calare la scaletta al momento giusto. È quanto ha spiegato in conferenza stampa il procuratore di Tolmezzo Giancarlo Buonocore che, al comando provinciale di viale Trieste, ha illustrato l’operazione Escape (fuga) condotta dal Ros del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Compagnia di Tolmezzo e con la polizia penitenziaria. L’esito dell’operazione sono due ordinanze di custodia cautelare in carcere: nei confronti di Maurizio Alfieri, 50enne già detenuto a Tolmezzo per altra causa e poi trasferito al carcere di Saluzzo e Cosimo Damiano Alario 49enne di Cesano Boscone, in provincia di Milano, e due obblighi di dimora, uno per Romolo Alfieri, 63 anni, residente a Corsico nel Milanese e fratello di Maurizio e l’altro per Daniele Crivello, ventenne di Preganziol (Treviso) fratello di Salvatore Valerio Crivello, il detenuto di 33 anni che avrebbe dovuto evadere dal carcere insieme a Maurizio Alfieri. Ancora al vaglio del Gip di Tolmezzo la posizione dell’agente di polizia penitenziaria che, stando alle ipotesi accusatorie, avrebbe agevolato l’introduzione in carcere di droga e coltelli. Si tratta di un 47enne originario di Sutrio e residente ad Artegna che potrebbe essere sospeso dai pubblici uffici. Gli indagati a vario titolo sono in tutto 12 per ipotesi che vanno dalla tentata evasione alla corruzione, fino al traffico di sostanze stupefacenti ed armi. Salvatore Valerio Crivello, “mancato evaso”, era stato arrestato a Preganziol il 30 marzo scorso nella sua casa di via Boschetto, dove viveva coi genitori. Aveva lavorato all’Iperlando, poi licenziato per una spesa gratis. È accusato di un omicidio di ’ndrangheta avvenuto a Paola nel 2003.(a.r.)

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