Fallimenti, ai dipendenti solo le briciole

Nel Coneglianese c’è chi aspetta da vent’anni di veder corrisposti i propri crediti. In realtà riceveranno quasi nulla
Di Renza Zanin

CONEGLIANO. Essere i dipendenti di un’azienda che chiude per fallimento non significa solo rimanere improvvisamente senza lavoro. Talvolta questo vuol dire attendere anche 20 anni per vedersi riconoscere i crediti per le ore che si erano lavorate prima il datore di lavoro decidesse di portare i libri in tribunale.

Idee Moderne. Lo sanno bene i lavoratori di Idee Moderne, dichiarata fallita nel 1994. Il piano riparto finale di questa azienda, che operava in via Maggior Piovesana, è stato consegnato lo scorso febbraio (quello parziale risale al 2007). I 25 dipendenti che si sono rivolti alla Cgil hanno atteso 4 lustri per poter recuperare un totale di 58 mila euro. E non sono i soli ad aspettare. La Olcese spa (con sede legale a Milano) in amministrazione straordinaria dal 2004, 10 anni dopo deve ancora 78.000 euro ad alcuni dei suoi dipendenti che hanno chiesto aiuto alla Cisl. La Sensor srl, fallita nel 2009, ovvero 5 anni fa, ne deve almeno 300.000.

Ape di Refrontolo. In quello stesso anno è iniziata anche l’odissea degli operai dell’Ape di Refrontolo: il piano di riparto finale, che ha corrisposto il 27% ai creditori privilegiati, è stato predisposto quest’anno. Tra i lavoratori che ancora non hanno visto soddisfatti i loro crediti, ci sono anche gli 84 rimasti a casa dopo il fallimento, avvenuto nel 2010, della Rosada Window System di San Fior. Solo quelli che si sono rivolti all’ufficio vertenze della Cisl devono avere, complessivamente,158 mila euro. Qui a bloccare il tutto, a distanza di 4 anni, sarebbe la causa intentata da un creditore. Nel rapporto riepilogativo del secondo semestre 2013, il curatore fallimentare di Rosada spiega che: «Lo scrivente non è ancora stato in grado di proporre un progetto di riparto, in quanto è pendente la definizione di un credito prededucibile, nei confronti della società proprietaria dell’immobile per l’affitto del periodo post fallimento, che assorbirebbe buona parte delle disponibilità». Gli ex dipendenti temono di rimanere senza nulla, anche alla luce del fatto che avvocati e altri professionisti che hanno lavorato al fallimento sono costati già oltre 160 mila euro.

Stefania Nel 2010 era fallita anche la Stefania spa che aveva all’attivo 33 dipendenti, di cui 19 sono stati licenziati. Ad oggi, 4 anni dopo, i dipendenti che si sono rivolti alla Cisl, devono avere ancora 306.000 euro.

Fadalti. Stessa lunga attesa, nel caso della Fadalti spa (con sede legale a Pordenone) in amministrazione straordinaria dal 2010: il credito per operai ed impiegati è di almeno 127.000 euro. Non sono meno preoccupati coloro che hanno perso il loro posto di lavoro di recente, come le circa 40 persone rimaste a casa dopo il fallimento della Leiballi Carni di San Fior.

Il caso Leiballi. Le cifre nel loro caso, complessivamente, toccano quota 999.517 euro. Qualcuno ha maturato un Tfr di venti o trent’anni di lavoro, altri devono vedersi corrispondere circa 20 mila euro. A sperare in tempi brevi per il recupero dei crediti sono anche gli 80 che erano in servizio, fino a poco tempo fa, alla Attimec di Cimetta di Codognè: avanzano 5 mensilità tra stipendi e cassa integrazione. La situazione non conosce distinzioni di settore. Sono tra i 25 e i 30 i lavoratori della concessionaria Rinaldo di Conegliano, fallita nel dicembre scorso, che si sono rivolti alla Cgil per recuperare, complessivamente, 400 mila euro circa.

Mobilex. Alcuni avanzano le mensilità di maggio e giugno del 2013 e il Tfr, una metà invece febbraio, aprile e maggio. Per qualcuno però i crediti sono ancora più lontani nel tempo: 11 dipendenti della Mobilex, fallita a novembre, attendono le mensilità di novembre e dicembre 2012 e quelle dei primi tre mesi del 2013 per un totale di circa 213 mila euro. Messi in cassa integrazione sono stati poi licenziati. Alla Ar.Tech di Conegliano 4 dipendenti sarebbero in attesa di percepire le indennità da ottobre 2012 a gennaio 2013. I tempi, dunque, sono lunghi e i soldi, dicono i sindacati, non sempre arrivano. Gli uffici vertenze si attivano per far arrivare il prima possibile i Fondi di Garanzia dell'Inps (Tfr, ultime tre mensilità quote di previdenza complementare) ma il problema più grosso riguarda le altre somme: «I restanti crediti», spiega l’ufficio vertenze della Cisl, «vengono soddisfatti se le procedure fallimentari hanno risorse, quindi possono passare diversi anni per l'incasso, ed a volte non vi è nessun altro pagamento dei crediti perché l'attivo del fallimento è inesistente od insufficiente».

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