Falchetto ferito a un’ala ritrovato in una cava È caccia al bracconiere

SANTA LUCIA DI PIAVE. Sanguinante, terrorizzato, stremato. Da qualche giorno lo vedevano dibattersi in quella cava a Santa Lucia di Piave. Quando è stato catturato è emersa la terribile storia di cui è rimasto vittima quel giovane esemplare di falco pecchiaiolo, più noto come falco adorno. Ovviamente si tratta di un animale protetto dalla legge, ma non dalla stupidità umana. Qualcuno, un bracconiere, gli ha sparato spezzandogli un’ala, il proiettile gli ha sbriciolato l’omero. Perché? Una gretta leggenda popolare vuole che chi ne abbatte uno durante la migrazione abbia salva la sua virilità. Tant’è.
Venerdì pomeriggio gli operai della cava sono riusciti a prendere la bestiola. Hanno chiamato l’Enpa: i volontari sono partiti alla volta di Santa Lucia di Piave e, nonostante qualche rimostranza da parte del falchetto, sono riusciti a portarlo dal veterinario della Provincia, ente preposto alla cura della fauna selvatica. Dalla visita è emerso che un bracconiere gli ha sparato. «Speriamo se la cavi», scrive Adriano De Stefano, presidente di Enpa. Quale sarà il destino di quell’animale, vittima dell’idiozia umana? Probabilmente il veterinario dovrà amputargli l’ala per salvargli la vita. «Stanno facendo di tutto perché se la cavi», spiega Valentina, volontaria che ha eseguito il salvataggio, «ma probabilmente dovrà trascorrere il resto della vita in cattività». Dove gli hanno sparato? Nessuno lo può sapere, ma è impossibile che abbia fatto tanta strada conciato in quel modo. Ecco perchè è scattata la caccia al bracconiere in provincia di Treviso. L’Enpa chiede collaborazione affinchè il colpevole venga individuato e denunciato. —
Fabiana Pesci.
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