Fa morire 20 capre di fame denunciato un allevatore

MONTEBELLUNA. Aveva trasformato la stalla che gli era stata affidata in un cimitero per capre. Quando i carabinieri sono entrati all’interno della struttura non potevano credere ai loro occhi. Dieci animali morti già gettati all’interno di enormi contenitori, altre dieci carcasse stese a terra. Trentaquattro capre erano invece ancora vive ma in evidente stato di disidratazione. Quello che doveva essere il loro pastore, un sessantenne, è stato quindi denunciato per maltrattamento d’animali. A dare l’allarme ai carabinieri della stazione di Montebelluna, una residente della zona che sentiva da diversi giorni odore di carogna.
È stato il caldo asfissiante della settimana scorsa, il terribile Scipione, a provocare il decesso delle venti capre lasciate morire di sete e fame. Erano infatti rinchiuse all’interno di una stalla poco distante da Montebelluna. Pochi giorni prima l’allevatore sessantenne aveva ricevuto in gestione un gregge di circa 60 capi dalla moglie di un collega: venti giorni fa il marito, dopo un litigio furibondo, aveva deciso di lasciarla, andando via dalla loro casa.
La donna, quarantenne, si è così rivolta al sessantenne con cui aveva pattuito la cessione di tre capre da latte in cambio del mantenimento dell'allevamento. In realtà l'uomo non si sarebbe mai curato del gregge. Venerdì scorso una residente della zona, sentendo un forte odore di carogna, ha avvertito i carabinieri di Montebelluna che hanno fatto la tragica scoperta.
Dieci carcasse di capre ormai in decomposizione erano state sistemate in alcuni cassoni dall'allevatore, altre dieci erano morte all'interno del recinto. I 34 animali ancora vivi erano ai limiti della sopravvivenza. Subito i militari hanno provveduto ad abbeverarle con acqua e fieno, prima dell'arrivo dei veterinari dell'Usl 8 che hanno poi sequestrato e sottoposto ad autopsia due carcasse. Gli esami hanno confermato le cause di questa vera e propria mattanza: gli animali erano morti di stenti.
Le capre sopravvissute sono state affidate a una struttura in grado di curarle e di farle uscire dal pericolo. Ancora un paio di giorni infatti e con ogni probabilità sarebbero morti tutti gli animali.
Giorgio Barbieri
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso