Ex Inail torna sul mercato circondata da uffici vuoti

Per una cittadella delle istituzioni costruita fuori mura, immensa e ancora in parte vuota, ce n’è un’altra dentro le mura, altrettanto grande e completamente abbandonata. È la cittadella costituita da quattro palazzi: pubblici, privati, immobili ex pubblici venduti ai privati. Sono l’ex Inail di via D’Annunzio, l’ex Provincia di via Cesare Battisti, l’ex Arpav di via D’Annunzio (con annessi uffici in piazza Pio X) e l’ex Centro Medico all’incrocio tra via D’Annunzio e via Cesare Battisiti. Basta questo elenco per chiarire che si tratta di migliaia e migliaia di metri quadrati di uffici in disuso riuniti in un raggio di duecento metri scarsi, più o meno quelli occupati dall’Appiani.
Nessuno, negli anni, è riuscito a riqualificare questi spazi o anche, semplicemente, ripensarli. E il risultato è stato il loro costante abbandono. L’ultimo atto di questo incredibile spreco di spazi e risorse doveva essere la riqualificazione dell’ex provincia, che il fondo Numeria aveva annunciato di essere pronta a restaurare e trasformare in case e negozi già l’anno scorso ma di cui non si è più visto un progetto pronto a partire. E invece è stato l’atto con il quale Inail ha ceduto il maxi palazzo di via D’Annunzio al fondo statale Invimit, poche settimane fa.
L’operazione, passata in sordina come solo gli affari interni della pubblica amministrazione riescono a fare, è stata concretizzata dal trasloco effettuato la settimana scorsa, quando i tecnici di una ditta romana di servizi ambientali hanno completamente svuotato quel che restava all’interno dei quattro piani di uffici dell’ex Inail. «Ora entro fine novembre l’edificio sarà definitivamente consegnato a Invimit», conferma il direttore regionale Inail Alessandro Crisci. Chi è Invimit? È una struttura governativa che ha come unico obiettivo l’acquisizione di edifici pubblici e la loro valorizzazione in termini residenziali, direzionali o altro. A seconda delle possibilità. Nessuna poesia, nessun fronzolo: la missione è trasformare quei quattro piani di uffici abbandonati dal 2005 in un affare redditizio. Inail ci aveva provato, mettendo in affitto tutto lo stabile, ma l’asta non riscosse successo come il sogno di trasformare il palazzo in un “Appiani 2” dentro la città. Un piano quasi ironico pensando che ormai tutti gli uffici erano stati trasferiti all’Appiani 1.
La stima dell’edificio deve essere ancora fatta, i numeri intanto ci sono: 2.400 metri quadrati in pieno centro spalmati su tre piani (più ampio piano terra), con una spazio di 165 metri quadrati occupato dagli ex archivi e una autorimessa di 25 metri quadrati. Possono fare gola? Di questi tempi, gli affaristi più sottili sono riusciti a strappare immobili di assoluto pregio a prezzi stracciati (è il caso dello Zanotti, sempre in via Cesare Battisti), ma per la “cittadella del disuso” non è detto che sia arrivato ancora il tempo della svolta. Arpav aveva cercato di “valorizzare” i suoi palazzi per l’ultima volta (la terza) un anno fa, senza esito. E anche la riqualificazione della provincia firmata Numeria è ancora solo sulla carta.
Federico de Wolanski
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