«Ex carceri, pezzo di storia» De Bortoli contro la vendita

MONTEBELLUNA. Va bene vendere l'ex biblioteca, che era stata collocata nelle ex carceri, ma venga mantenuto l'uso pubblico del fabbricato sotto forma di vincolo da inserire nel bando di vendita all'a...
Guerretta Montebelluna consigliere Montebelluna Nuova Lucio De Bortoli Guerretta Montebelluna ass Alda Boscaro
Guerretta Montebelluna consigliere Montebelluna Nuova Lucio De Bortoli Guerretta Montebelluna ass Alda Boscaro

MONTEBELLUNA. Va bene vendere l'ex biblioteca, che era stata collocata nelle ex carceri, ma venga mantenuto l'uso pubblico del fabbricato sotto forma di vincolo da inserire nel bando di vendita all'asta. Lo chiede Lucio De Bortoli, di Montebelluna Nuova, motivando con ragioni di carattere storico e memoriale. De Bortoli aveva già avanzato la proposta in sede di commissione quando era stato discusso il piano delle vendite del patrimonio comunale, ma nella delibera consiliare non ne era rimasta traccia. Il consigliere di opposizione torna ora alla carica con una osservazione finalizzata al mantenimento dell'uso pubblico dello stabile che si trova all'angolo tra via Dante Alighieri e via dei Martini. Le ragioni storiche e memoriali che hanno indotto l'esponente di Montebelluna Nuova ad avanzare tale richiesta sono queste: «L’edificio delle nuove carceri venne deliberato il 21 aprile del 1882 e i lavori cominciarono due anni dopo circa», spiega Lucio De Bortoli nella sua osservazione, «il progetto fu affidato all’ingegner GioBatta Dall’Armi, grande protagonista del disegno del nuovo centro urbano e direttore dei lavori dell’intero cantiere pubblico-privato. La collocazione dell’oggetto edilizio, a sud della piazza dei maiali, completa e allo stesso rilancia in direzione sud il modulo urbano del progettista. In effetti, l'impressione è che Dall’Armi abbia colto l’occasione dello spostamento dell’edificio carcerario dalla precedente sede di Biadene per sottolineare, come aveva fatto in precedenza con la Loggia dei Grani, il passaggio dal vecchio al nuovo. L’edificio delle nuove carceri intendeva porre in evidenza la drammatica questione sociale dei poveri braccianti montelliani (bisnenti) trasformati in ladri del bosco dalla povertà ». (e.f.)

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso