Evasione Iva, l’imputato accusa le banche

FOLLINA. La grandine e il nubifragio, più della crisi, cancellarono circa un anno fa una delle realtà imprenditoriali più conosciute della zona, Ardesia srl, la ditta di Follina con più di cinquant’anni di esperienza specializzata, tra le altre cose, nella produzione di pavimenti multistrato in legno. Ieri il suo ex titolare, Franco Gelmo è finito davanti al giudice per rispondere dell’accusa di mancato versamento Iva. La cifra contesta è di 358ila euro, relativa all’anno fiscale 2011. Un processo che ricalca la storia di tanti imprenditori che negli anni più duri della crisi hanno dovuto fare i conti con il lavoro che manca, banche sempre più prepotenti, l’attesa di una ripresa che pare non arrivare mai e in questo caso pure con il maltempo che quella drammatica notte del 17 luglio 2014 ha devastato lo stabilimento di via Maestri del Lavoro, causando danni per centinaia di migliaia di euro. Dopo il mancato accoglimento della richiesta di concordato la ditta fallì nel gennaio del 2015, pesante il bilancio dal punto di vista occupazionale: poco meno di quaranta all’epoca i dipendenti rimasti senza lavoro. La sentenza del Tribunale di Treviso che decreta il fallimento di Ardesia Srl, prima vittima “eccellente” del 2015 tra le industrie della Pedemontana, è dello scorso 21 gennaio. Un duro colpo per il titolare e fondatore della ditta Franco Gelmo, e anche per l’intera comunità di Follina.
Ieri però davanti al giudice monocratico del tribunale di Treviso Gelmo è dovuto comparire, difeso dall’avvocato Remo Lot, per rispondere dell’accusa di mancato versamento Iva. Parliamo di 358mila euro relativi all’anno fiscale 2011. Nel corso dell’udienza si è tenuto l’esame dell’imputato. Ha raccontato gli anni difficili della crisi, durante i quali gli istituti di credito lo vessavano con le continue richieste di rientro del fido che aveva stipulato. «Mi chiamavano ogni giorno, oramai utilizzavo il mio tempo anzichè per dedicarmi alla produzione per rispondere alle loro continue richieste di documentazione», ha dichiarato Gelmo in aula. Nel 2006 Gelmo fece un grosso investimento nello stabilimento, di 17 milioni di euro, avvalendosi dell’aiuto delle banche che poi però iniziarono a battere cassa, per utilizzare un eufemismo, fin troppo insistentemente. Una situazione che avrebbe generato un forte stress nell’uomo culminato con un episodio raccontato dalla sorella dell’imputato in aula, quando l’uomo, colto improvvisamente da un attacco di panico fece perdere le sue tracce per diverse ore. L’udienza è stata rinviata al prossimo giugno. (s.g.)
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