Etile Carpenè: «Si sta esagerando Non credo al Prosecco biologico»

CONEGLIANO
Troppa enfasi per il biologico? A chiederselo, e a darsi una risposta, non è uno qualsiasi, ma Etile Carpenè, della storica Casa spumantistica.
In Radio1, ieri, è stato rilanciato sul tema un confronto tra Innocente Nardi, presidente del Consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg, Stefano Zanette, presidente di Prosecco Doc, Ugo Zampironi, della Denominazione Asolo Prosecco. Tutti schierati per la sostenibilità, perché oggi è ciò che vuole il mercato e pretende la cultura post-pandemia. La sostenibilità come impegno anche per il biologico.
«Io sono un chimico e, per carità, se si possono diminuire alcune cose negative, va senz’altro bene. Però – afferma Etile Carpenè, che raramente interviene nel dibattito - certe esagerazioni non mi piacciono. Non credo o ci credo molto poco nella coltura biologica». I Consorzi del Prosecco sono tutti impegnati su questo fronte, adottando regolamenti molto severi e puntando, fra l’altro, alla certificazione. Il Prosecco Biologico negli ultimi mesi, sui mercati internazionali, è stato il più apprezzato. Bene, Etile Carpene dichiara ai microfoni nazionali, di Radiorai, appunto, che «se si è arrivati a fare determinati trattamenti» nei vigneti, di Prosecco e di Prosecco Docg in particolare, «non è stato per far soldi», ma «per migliorare la qualità del frutto», quindi dell’uva, quindi la produzione. Una risposta indiretta, quella di Carpenè, alle critiche che specie dai Comitati arrivano ai produttori di bollicine. Si pensi al Referendum promosso a Conegliano e alla Marcia ‘Stop pesticidi’ In Vallata. «Adesso li vogliono eliminare», i prodotti fitosanitari? «Non lo so – ammette Etile - Ho delle grosse perplessità. Però, me lo conceda – dice rivolto al conduttore della trasmissione radiofonica - alla mia età è facile criticare e ci si adatta difficilmente al mondo più moderno». Etile Carpenè, dunque, non si scaglia lancia in resta contro chi sostiene che è indispensabile ed urgente bandire la chimica dalle produzioni agricole. Tra questi c’è anche il presidente della Regione, Luca Zaia. Sa, anche Carpenè, che il mercato ormai non prescinde più dalla sostenibilità. E nella medesima trasmissione ecco Innocente Nardi, presidente della Denominazione ‘Superiore’ ricordare, a tutta Italia, che fin dal 2011 il Consorzio sta lavorando in questa direzione e che nel 2019 lo stesso Consorzio è stato il primo in Italia a bandire l’uso del glifosate. Un processo, dunque, ormai irreversibile, tanto che oggi – rivendica con orgoglio Nardi – i 15 Comunui del Consorzio «rappresentano l’area glifosate-free più estesa d’Europa».
Da qui non si torna indietro; proprio venerdì scorso tale impegno è stato riconosciuto anche dai frati del Sacro Convento di Assisi. «Questo lo dobbiamo al prodotto, ma soprattutto – afferma Nardi – alle nostre comunità, che vanno rispettate nelle loro sensibilità». Quindi? «Basta conflitti» ammonisce il presidente, rivolto evidentemente anche ai suoi. «Per la verità, nell’area dell’Asolo Prosecco – ammette Zampironi – non abbiamo vietato l’uso del glifosate, ma lo abbiamo sconsigliato per questioni innanzitutto ambientali e poi paesaggistiche. Se uno viene in zona fatica a trovare un vigneto diserbato». E la più grande Denominazione d’Italia, la Doc? Il presidente Zanette coglie l’opportunità per rilanciare il ‘prosecco green’, con tanto di parametri ambientali e sociali, prima ancora che economici, da far rispettare. —
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