«Ero pronto a restituire gli investimenti»

La truffa del bancario, Battagello aveva cercato l’accordo con i primi clienti che si erano rivolti a lui chiedendo indietro i soldi
Agostini Riese Pio X ex sede filiale di Veneto Banca, centro, municipio e chiesa
Agostini Riese Pio X ex sede filiale di Veneto Banca, centro, municipio e chiesa

riese. «Voglio restituirvi il denaro, serve solo un po’ di tempo». Sarebbero state queste le parole di Roberto Battagello ai primi clienti che nello scorso settembre si sono presentati da lui per chiedergli di rientrare dagli investimenti. Ma i buoni propositi dell’ex funzionario di Veneto Banca si sarebbero fermati di fronte all’aumento delle persone che volevano indietro il denaro. È quanto sta emergendo dall’inchiesta portata avanti dai carabinieri di Riese sull’ex bancario accusato di aver truffato una decina di suoi clienti sottraendo loro 4 milioni di euro circa.

le testimonianze

I militari dell’Arma stanno infatti raccogliendo tutte le testimonianze utili per chiudere il quadro probatorio. E nelle ultime ore, da quando il caso Battagello è diventato di dominio pubblico, anche altri clienti hanno deciso di farsi avanti raccontando quanto loro accaduto con l’ex funzionario di Veneto Banca. Il fatto che secondo alcune testimonianza l’uomo si sarebbe detto disponibile a restituire il denaro potrebbe rappresentare la prova della consapevolezza di aver realizzato investimenti non proprio in regola.

il meccanismo

Battagello è figura nota a Riese e per questo in molti gli avevano affidato i loro risparmi. A far venire a galla l’intera vicenda sono state le denunce presentate da imprenditori, ma anche pensionati, gente che ha visto andare in fumo tutti i risparmi affidati al direttore della filiale di Veneto Banca fin dall’inizio degli anni ’90. Quello è il periodo in cui il bancario assume un ruolo di primo piano nella filiale dell’ex popolare di Riese e offre a tutti soluzioni di investimento che appaiono ottimali, all’insegna di ottimi rendimenti. Il sospetto che ora sta venendo alla luce grazie alle indagini coordinate dalla Procura e condotte dai carabinieri di Riese è che fosse tutto un trucco. I soldi, quasi sempre in contanti, che gli imprenditori e i pensionati clienti della sua filiale gli affidavano non sarebbero però mai stati investiti. Allo stesso tempo sono difficilmente tracciabili proprio perché sempre “liquidi”. Il denaro sarebbe invece finito in conti deposito e titoli intestati al bancario mentre falsi sarebbero stati i documenti contabili di rendiconto.

lo schema ponzi

La carta intestata sarebbe stata sì quella di Veneto Banca, ma gli estratti conto erano inventati. A quanto si è appurato fino a questo momento il denaro, anche centinaia di migliaia di euro a colpo, non sarebbe peraltro rimasto a maturare interessi per troppo tempo, prendendo invece la via delle tasche dell’uomo, che – è il sospetto di diverse vittime – ne avrebbe speso una buona parte. Quando a metà egli anni’90 qualcuno chiede di smobilizzare, lui avrebbe utilizzato i fondi che gli erano stati affidati da nuova clientela per saldare il conto con la vecchia. Il classico “schema Ponzi” , ossia modello economico ideato da Charles Ponzi che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi “investitori”.

Giorgio Barbieri

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