Eredità dell'ex chirurgo Pirovano di Castelfranco, i figli contro la madre «Svenduta la villa di famiglia»

CASTELFRANCO. Continua e si inasprisce il contenzioso tra gli eredi del professor Antonio Pirovano, primario dei reparti di chirurgia generale, pronto soccorso e terapia intensiva dell’ospedale di Castelfranco fino al 1991, mancato nel 2012. Nei giorni scorsi i tre figli maggiori del defunto, Giorgio, Alessandro e Andrea, hanno presentato al tribunale di Treviso un ricorso per far invalidare il preliminare firmato dalla madre per la vendita della villa di famiglia di Cortina d’Ampezzo – facente parte del conteso patrimonio ereditario – a un noto imprenditore calzaturiero del Trevigiano.
Una splendida villa di quattro piani (in foto), di proprietà della famiglia Genovese Pirovano dagli inizi del secolo scorso, a pochi passi dal centralissimo Corso Italia della nota località ampezzana.
«Prima di morire nostro padre ci aveva fatto promettere che la villa non sarebbe mai stata venduta, in quanto è la casa in cui si è sempre ritrovata la famiglia e lui, che è stato sepolto per sua volontà nel cimitero di Cortina, desiderava che i nipoti potessero andare a fargli visita», dice Giorgio Pirovano, «Vogliamo rispettare le sue ultime volontà».
Ma tra le contestazioni che i tre figli maggiori del dottor Pirovano oppongono alla vendita c’è anche il prezzo della prestigiosa villa: «Il contratto preliminare fissa un valore di 3 milioni 850 mila euro», spiegano i figli, secondo i quali «si tratterebbe di una svendita rispetto al valore di mercato, stimato quasi tre volte in più dai periti del tribunale».
I valori a cui Giorgio, Alessandro e Andrea Pirovano fanno riferimento sono diversi: «Quando è stata accesa un’ipoteca sulla villa per la concessione di un mutuo a una società di famiglia, la perizia di stima della banca Unicredit asseverava un valore di 10 milioni di euro».
Che potrebbe salire, secondo i ricorrenti: «Si tratta di una villa divisibile in appartamenti, operazione che porterebbe ad attribuire all’immobile un valore di quasi 20 milioni di euro», dice Giorgio Pirovano. I fratelli che hanno impugnato il preliminare, difesi dall’avvocato professor Paolo Rossi, ricordano inoltre che sulla villa pende un vincolo: «C’è un sequestro penale, dovuto a un’azione intrapresa da altri familiari sempre per motivi d’eredità».
La vicenda si fa sempre più intricata. Sarà il tribunale a fare chiarezza. «La società proprietaria della villa, di cui è amministratore nostra madre – aggiungono intanto i ricorrenti – non può cedere la villa in quanto la vendita non è prevista dallo statuto». Ad oggi il preliminare non è stato trascritto, ecco perché ci sarebbero i margini per l’annullamento. «Il preliminare non avrebbe dovuto essere redatto dal notaio, questa vicenda coinvolge anche alcuni professionisti della città, abbiamo denunciato le anomalie e sembra sia in corso un’indagine della Procura», chiudono i tre fratelli.
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