Era tossicodipendente, faceva il medico a Treviso

Radiato dall’Ordine non appena è emerso il suo problema, ora ha iniziato una terapia per liberarsi dalla dipendenza

TREVISO. Radiato, per avere svolto l'attività medica sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Il responso dell'Ordine dei Medici di Treviso è arrivato poche settimane fa ed è stato comunicato al professionista trevigiano. Ultimo atto di una vicenda iniziata mesi addietro, dopo che alcune segnalazioni avevano spinto l'ente ordinistico ad aprire un fascicolo a carico del medico.

Le prove dell'anomalia nella sua condotta e del presunto uso di droga non hanno lasciato spazio a dubbi. Lo stesso medico, ascoltato in audizione, non avrebbe nascosto il grave problema che lo affligge, tanto da aver deciso di intraprendere una terapia per liberarsi dalla dipendenza.

 

Sulla vicenda vige il massimo il riserbo da parte dell'ente ordinistico di via Cittadella della Salute, che ha deciso di applicare la più dura delle sanzioni disciplinari nei confronti del collega: la cancellazione del suo nome dall'Albo per aver tradito il giuramento d'Ippocrate. «Non entro nel merito del singolo caso, ma è evidente che il compito primario dell'Ordine dei Medici è quello di tutelare sempre e comunque la salute del cittadino. Non siamo né una lobby né un sindacato, il rispetto del codice deontologico viene prima di tutto», sottolinea Luigino Guarini, presidente dell'ente ordinistico della Marca. Già in passato l'Ordine non aveva fatto sconti.


Altra storia, ma stessa sanzione, nell'aprile del 2017, quando il dottor Roberto Gava, cardiologo dell'ospedale di Castelfranco, è stato radiato per aver sconsigliato le vaccinazioni in età pediatrica, diventando così il primo medico no-vax d'Italia ad essere espulso dalla categoria. Linea dura anche nel valutare l'operato del medico che ha curato i suoi pazienti dopo aver assunto sostanze illecite. «Non commento l'accaduto, ma possiamo fare un esempio», aggiunge Guarini, «un uso moderato dell'alcol è consentito e socialmente accettato, ma questo discorso viene a cadere se il medico è un alcolista perennemente ubriaco. In questo caso si impone un intervento da parte dell'Ordine in quanto si profila una violazione deontologica che mette a repentaglio la salute pubblica». Come da prassi, il caso del medico radiato per aver operato sotto l'effetto di sostanze che ne alteravano l'abilità psicofisica passerà ora al vaglio della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (Cceps) che potrà confermare o meno la decisione di Treviso.

In contemporanea, l'Ordine trevigiano ha deciso di aprire un fascicolo a carico di un altro iscritto, Muhammad Abdulstar, il medico di base iracheno accusato di violenza sessuale da una paziente, mentre lui prestava servizio nel suo ambulatorio per conto dell'Usl 3 Serenissima, a Mestre. Fatti che la donna ha portato alla luce durante un'intervista della trasmissione “Le Iene”. Diversa la versione fornita dal dottor Abdulstar, che si è sempre difeso parlando di un «rapporto consenziente». Come era nell'aria, la Commissione ordinistica trevigiana ha proceduto ad acquisire numerose prove documentali, testimonianze e dichiarazioni, inserendole nel fascicolo che servirà per decidere sulla sorte del medico. Anche su questa vicenda il presidente dell'Ordine Luigino Guarini preferisce non esporsi. «Il nostro lavoro, così come quello di tutti gli altri Ordini, è di agire quando si viene a conoscenza di situazioni che, per loro natura, richiedono di essere adeguatamente e attentamente approfondite» si limita a dire.

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