Era insidiato dalla «porno-nonna»
Giovane, prestante, abbronzato e forse pure piacevole, tanto da essersi attirato per mesi le attenzioni di una vicina di casa ultra sessantenne passata agli onori della cronaca come la «porno-nonna». E’ il precedente della storia di Massimo Micheli, la strana problematica che gli valse le prime pagine di tutti i giornali, i servizi in tv, e le chiacchiere di tutta Treviso.
La storia finì in una denuncia per molestie che però fece rimbalzare la pornononna perfino nei programmi in prima serata. Da Ca’Sugana, il sindaco Gobbo arrivò a lanciare l’idea di farla ambasciatrice della Marca proprio per la sua vitalità, ma dal putiferio che si scatenò sul tema il dipendente dell’ente rimase sempre ai margini.
Ora tocca a lui. Appassionato di jeep americane, cultore del fisico ma forse poco attento ai suoi doveri professionali. Possibile che pensasse di non dare assolutamente nell’occhio girando per la città con la sua auto appariscente in pieno orario di lavoro? A quanto pare si. Secondo gli agenti della polizia locale che hanno eseguito i pedinamenti e i controlli sul posto di lavoro «timbrare il cartellino e poi andare a fare spese era un’abitudine». L’unica cosa che non è stata riscontrata è il «secondo lavoro» citato nella lettera delatoria.
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