«Era il nostro guerriero» Il dolore della famiglia

Si è chiusa nel dolore la famiglia di Remo Sernagiotto. Per giorni è rimasta legata alla speranza di un miracolo, data da quell'esile filo a cui era appesa da una settimana la vita di Remo, ma ieri ha dovuto arrendersi. «Non c'è più il mio guerriero»: è il discorso che ha attraversato la mente di Gloria Sernagiotto, la figlia che del padre ha seguito le orme politiche e a lui era legatissima. Era il "suo guerriero" per Gloria, era lei che confidava che potesse vincere anche questa ultima battaglia, la più dura e la più difficile, ma ieri si è dovuta arrendere anche lei, assieme alla mamma Maurizia e al fratello Gregorio.
E da ieri pomeriggio la moglie Maurizia e i figli Gloria e Gregorio si sono chiusi nel loro dolore, circondati solo dagli amici più stretti che hanno innalzato un muro attorno a loro per proteggerli in queste ore. «Sono affranti - dicono gli amici - si sono chiusi nel loro dolore e non ce la fanno a dire qualcosa».
Era un rapporto speciale quello che li univa tutti, ancora più speciale per Gloria, che al papà aveva dato anche la gioia di un nipotino. Era stata lei ad essere lanciata in politica nel 2011 dal padre a Montebelluna, nella lista di Forza Italia in cui era stata la più votata di quella lista ed era diventata consigliere comunale nella coalizione che appoggiava il sindaco Marzio Favero: le era stato dato l'incarico di presidente del consiglio comunale. E non a caso nella sua pagina Facebook sono arrivate le condoglianze del mondo politico.
Cinque anni di collaborazione proficua per Gloria Sernagiotto che si erano interrotti nel 2016: Marzio Favero l'avrebbe voluta in una delle liste che lo appoggiavano avendone apprezzato l'impegno e il lavoro, ma Remo Sernagiotto aveva formato un'altra lista, con una sua candidata sindaco, e lei a quel punto, per non scendere in conflitto elettorale col sindaco con cui aveva collaborato per cinque anni nè correre contro la lista che aveva predisposto il padre, si era ritirata a vita, per modo di dire, privata. Perchè col papà Remo continuava a sentirsi più volte al giorno, per parlare sì del bambino, ma anche per confrontarsi sulle questioni politiche. Era in pratica lei l'erede del percorso politico del padre.
Diverso invece il ruolo di Maurizia, sempre al fianco di Remo, ma lei non partecipava all'agone politico, si era ritagliata un ruolo al di fuori della politica ma la si vedeva di frequente nei giorni di festa assieme al marito in centro a Montebelluna, dove ultimamente arrivavano in bicicletta, prendevano un caffè, chiacchieravano con gli amici, poi ripartivano. Perchè a Remo Sernagiotto piaceva tanto stare in mezzo alla genete.
E diverso anche il ruolo di Gregorio, il figlio minore, che anzichè seguire il percorso politico, ha scelto l'altra strada del padre, quella di imprenditore, non nel settore del commercio di pneumatici nella storica azienda lungo la Feltrina, ceduta da tempo, ma in quello del marketing con una società di comunicazione, la Biga Communication.
Una vita tutta montebellunese quella della famiglia Sernagiotto, perchè anche quando era stato europarlamentare non mancava mai di arrivare in centro a Montebelluna a fare quattro chiacchiere, sempre in tema politico, con gli amici: una vita fatta prima a Mercato Vecchio, loro borgo di origine, poi a Caonada, in una storica casa fatta restaurare e dove lunedì scorso Sernagiotto ha avuto quel violento infarto rivelatosi fatale. —
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