Epilessia o disturbo al cuore Verità dall’esame autoptico

Il dottor Sarto: «Una enorme tragedia, ma è prematuro entrare nel merito»
GUERRETTA AG.FOTOFILM TREVISO INTERVISTA AL DOTT. PATRIZIO SARTO IN REDAZIONE
GUERRETTA AG.FOTOFILM TREVISO INTERVISTA AL DOTT. PATRIZIO SARTO IN REDAZIONE

CASTELFRANCO. «Un evento tragico, destabilizzante, che distrugge dentro. Lo dico da professionista e da genitore. Sono padre anch’io. Quando la morte colpisce un giovane di 14 anni, che potrebbe essere tuo figlio…». Il dottor Patrizio Sarto primario della Medicina dello Sport di Treviso, resta in silenzio, pesa il dispiacere, le parole escono a fatica. La morte prematura di Sukhraj Rathor, morto a scuola mentre stava facendo attività fisica, ha sconvolto tutti. La famiglia, la comunità e anche l’azienda sanitaria trevigiana.

IL CORDOGLIO

«Da parte mia e di tutta l’Usl 2 voglio esprimere tutta la nostra vicinanza al dolore dei familiari» aggiunge Sarto. Entrare nel merito della vicenda è quanto mai prematuro, in queste ore si sta decidendo di eseguire l’autopsia sul corpo dell’adolescente per capire le cause del decesso. Il dottor Sarto, che da anni studia le morti improvvise negli atleti, non si riferisce al caso specifico ma i numeri parlano chiaro.

«L’autopsia è un esame importante per capire la causa della morte, che può anche non essere cardiaca, anche se nei giovani prevalentemente lo è. Parlo ovviamente in generale, senza riferirmi al caso specifico» prosegue il dottor Sarto. Troppe cose devono ancora essere chiarite. Dopo che Sukhraj ha perso conoscenza gli sono stati prestati i primi soccorsi, l’istituto era munito di defibrillatore. Ma ogni tentativo è stato vano, il ragazzo non si sveglierà mai più. Cosa potrebbe essere successo? All’ospedale San Giacomo, dove il giovane si era rivolto per l’ultima visita medico-sportiva, non sarebbero emerse anomalie. Non pare che nel passato di Sukhraj ci fossero state delle sincopi, cioè dei malori legati a insufficienza di sangue al cervello, il ragazzo sarebbe stato seguito per una forma di epilessia ma mai per problemi cardiaci. Sukhraj amava fare sport, ma da un po’ di tempo era fermo. Il suo pregresso clinico potrebbe forse dare una risposta alla tragedia che si è consumata durante l’ora di educazione fisica. Nella storia familiare potrebbero esserci altri elementi utili a capire l’eventuale presenza di patologie congenite.

Il primario preferisce non entrare nei dettagli della cartella clinica per evidenti motivi di privacy, ma si sofferma sul ruolo della prevenzione. Ogni anno l’Usl di Marca controlla con visita medico sportiva tra i 13.000 e i 15.000 ragazzi. L’iter prevede: elettrocardiogramma, test da sforzo, storia familiare. Circa il 9% dei pazienti viene inviato ad accertamenti aggiuntivi come la spirometria e l’esame delle urine, mentre 1 su 1.000 dei giovani pazienti riceve la diagnosi di una patologia che espone al rischio di morte improvvisa.

«Il protocollo è omogeneo su tutto il territorio, e lo screening è un’arma importante. Non è infallibile ma fondamentale, così come la capacità di soccorrere» evidenzia il primario.

LA PREVENZIONE

La visita medico sportiva, insieme ai controlli del curante di famiglia e del pediatra, rappresentano un momento cruciale di valutazione, visto che oggi non esistono più né la visita scolastica né quella militare. L’azienda sanitaria trevigiana è inoltre capofila di un progetto internazionale che prevede l’arruolamento di 800 giovani atleti per studiare le alterazioni elettrocardiografiche e la loro genesi. «Mi rivolgo soprattutto ai giovani, se compaiono dei disturbi sotto sforzo o a riposo, non taceteli per paura» conclude il dottor Sarto «i sintomi non vanno mai sottovalutati». —

Valentina Calzavara

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