Energia di Marca per salvare la Concordia

È trevigiana l'energia utilizzata per la rotazione della Costa Concordia. I generatori della Perin group hanno alimentato una delle più grandi piattaforme per il recupero della nave. I gruppi elettrogeni dell’azienda di Susegana sono attivi sulla Micoperi 30, la piattaforma lunga 122 metri, la seconda struttura più grande tra i ventidue mezzi navali e otto chiatte impegnati nelle operazioni. Una parte della forza pari a 23.800 tonnellate necessaria al riposizionamento in asse arriva dalla Marca. Già da un anno è presente attorno al relitto la Micoperi, una vera e propria base navale in grado di ospitare fino a 200 persone. In concomitanza erano stati caricati diversi generatori, dalla potenza di svariate migliaia di kilowatt, usati per rifornire di corrente la struttura. Le Perin generators group è un’azienda leader nel suo settore, con oltre 300 unità in grado di rifornire energia nei più svariati ambiti, da quello industriale e delle costruzioni, a militare e marino, come avvenuto per il recupero della Costa Concordia.
La ditta di Susegana si è specializzata non solo nella produzione e vendita di apparecchi, ma anche per il noleggio come avvenuto per l'impresa del recupero all'Isola del Giglio. «Con i nostri potenti e affidabili gruppi elettrogeni» commenta con soddisfazione il presidente e fondatore della società Diotisalvi Perin, in questi giorni all'estero a causa di impegni di lavoro «abbiamo contribuito a riportare a galla la nave Concordia». Per ruotare di 65 gradi la Costa Concordia tra lunedì e martedì è stato importante il contributo fornito dai generatori di corrente arrivati dalla Marca Trevigiana. Adesso il relitto poggia su un falso fondale realizzato a 30 metri di profondità. Le operazioni per il trasferimento proseguiranno così come il supporto dei gruppi elettrogeni necessari a dare l'energia alle piattaforme.
Da definire quando la Costa Concordia sarà definitivamente trasferita, forse nella prossima primavera. La Perin generators group iniziò la sua attività nel 1969, come piccola realtà artigianale, diventando con il passare degli anni un esempio del boom produttivo del Nordest, con l'apertura di altri stabilimenti in Europa e ampliando il proprio mercato.
Diego Bortolotto
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