Enalcaccia, nuova denuncia sui conti «Sono falsi anche i bilanci regionali»

Sospesa l’approvazione della relazione relativa al 2016 e approvato all’unanimità dal Consiglio l’intervento dei revisori



Potrebbe presto allargarsi l’inchiesta sugli ammanchi e sui bilanci di Enalcaccia, una delle prime tre realtà associative del mondo dei cacciatori (le altre sono Federcaccia e Italcaccia)che nella Marca conta su più di 2.000 iscritti. Oltre all’inchiesta in Procura sulla gestione della sezione di Treviso, innescata dalla denuncia dell’ex presidente Gian Pietro Carrer rappresentato dall’avvocato Paola Pisani, ci sarebbe un secondo dettagliato esposto, sempre depositato da Carrer, sulla gestione della Delegazione regionale del Veneto di Enalcaccia, amministrata congiuntamente nel biennio 2016 e 2017 da Pietro Saldan, già alla guida della sezione trevigiana e braccio destro del presidente nazionale Lamberto Cardia, e da Tarcisio De Franceschi.

il commissariamento

Con un provvedimento dello scorso dicembre la presidenza nazionale di Enalcaccia (guidata come detto da Cardia, per una vita al vertice di importanti enti pubblici come Ferrovie dello Stato e Consob) aveva commissariato la delegazione regionale (che conta più di settemila iscritti), il cui delegato era proprio Saldan, nominando commissario De Franceschi che aveva comunque amministrato con lui la delegazione nel biennio 2016 e 2017. Una settimana dopo arriva il primo colpo di scena. I consiglieri si rifiutano di approvare il bilancio 2017 chiedendo di esaminare approfonditamente tutta la documentazione contabile anche dell’anno precedente. Ed è così che sarebbero emerse importanti discrepanze anche in relazione al 2016. «Gli importi indicati nei due bilanci sia nelle entrate sia nelle uscite differiscono», si legge nella denuncia, «la voce “totale entrate” nel consuntivo reperito in sede è pari a euro 10.785, mentre nel consuntivo inviato ai consiglieri è pari a euro 15.739. Per le uscite pochissime voci corrispondono ed il totale uscite nel bilancio reperito è indicato in euro 11.609 mentre in quello inviato ai consiglieri porta un importo di euro 16.0334». «Non è poi veritiero», si legge ancora, «il verbale del consiglio del 4 febbraio 2017 nel quale si legge testualmente che “le entrate e le uscite al 31 dicembre 2016 si bilanciano nell’importo di euro 19.741».

i revisori dei conti

Si arriva quindi a poche settimane fa, al 23 febbraio scorso quando, su richiesta del commissario De Franceschi, era stato convocato il Consiglio nella sede di Treviso per l’approvazione del modificato conto consuntivo 2017 e, durante la riunione, lo stesso De Franceschi, dopo un confronto con Carrer, ha proposto di chiedere l’intervento dei revisori dei conti dopo aver rilevato le criticità presenti nel bilancio 2016 da lui redatto. «Quindi», si legge nella denuncia di Carrer, nell’occasione eletto nuovo delegato, «è apparso in maniera chiara la condotta temeraria tenuta dai signori Saldan e De Franceschi i quali, abusando della loro posizione e dell’incarico svolto, hanno rilasciato delle dichiarazioni e attestazioni mendaci e false». Intanto in Procura si sta indagando sulla gestione della sezione trevigiana di Enalcaccia. Tutto ha inizio al marzo 2018 quando Gian Pietro Carrer, insospettito da alcuni comportamenti dell'amico e suo vice, avvia una serie di accertamenti sulla gestione contabile e amministrativa dell'era Saldan. Grazie all'aiuto di un revisore dei conti presto emergono alcune irregolarità. «Nelle tre annualità 2015, 2016, 2017», si legge nella prima denuncia, «vi era un ammanco complessivo di cassa, definito “valore di cassa rideterminato”, pari a complessivi 11.230 euro». Non solo, sottolinea Carrer, «nei bilanci 2015, 2016 e 2017, sottoscritti da Saldan e poi bocciati dal Direttivo, non erano state indicate tra le poste attive le cospicue entrate per le iscrizioni alle gare cinofile incassate da Saldan». Per dare un'idea dei valori economici di cui si parla, Carrer fornisce agli inquirenti tutta la documentazione relativa alla gara del "Trofeo Cavalli" di Maserada per lo stesso triennio: il contributo di iscrizione era di 35 euro ed erano stati iscritti complessivamente 371 cani per un importo netto di 11.130 euro. —

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