Emergenza furti: ecco chi sono i ladri che imperversano a Treviso
Addio ai topi di appartamento di casa nostra, a tenere sotto scacco le abitazioni dei trevigiani sono bande dell'Est in trasferta. Agiscono all'imbrunire, in pochissimi minuti. La refurtiva viene messa in vendita nei Compro oro, oppure spedita all'estero e messa sul mercato

TREVISO. Quattrocento furti in un mese, 12 a sera. Nella Marca, a Treviso città come in provincia, è emergenza furti. Addio ai topi di appartamento di casa nostra, a tenere sotto scacco le abitazioni dei trevigiani sono bande dell'Est in trasferta. Agiscono all'imbrunire, in pochissimi minuti. La refurtiva viene messa in vendita nei Compro oro, oppure spedita all'estero e messa sul mercato
COME AGISCONO. I topi d’appartamento di casa nostra sono ormai una specie in via d’estinzione. Al loro posto bande criminali organizzatissime dall’Est Europa. I fatturati sono molto alti, fanno razzie di beni di lusso e poi scappano. L’industria dei furti in Italia appartiene alle mafie straniere, che come organizzazioni militari gestiscono ladri in tutta Europa.
Nel nostro Paese i signori dei furti acquistano ville, organizzano summit criminali e riciclano soldi. Il giro d’affari delle razzie dei beni di lusso solo in Italia ammonta a decine di miliardi di euro. Nella Marca i furti in appartamento sono infatti in aumento complice il ritorno dell’autunno e la diminuzione delle ore di luce. Sono già tornati in azione gli specialisti delle razzie in abitazione.

FILIPPI AG.FOTOFILM PREGANZIOL . FURTI in casa, IN FOTO VIA V. VENETO,9
Bande di professionisti provenienti dell’Est Europa, capaci di raggiungere con l’agilità di acrobati anche i piani elevati delle palazzine. I colpi vengono sempre messi a segno in meno di cinque minuti: e se le serrature non cedono, non si perde altro tempo e si passa a un nuovo obiettivo, nei dintorni o in altra località.
In parallelo alla criminalità locale infatti operano bande di albanesi e romeni, a volte composte anche da minorenni, ben organizzate e dotate di mezzi hi-tech per eludere sistemi d’allarme sempre più sofisticati. A questi gruppi, secondo i racconti degli investigatori che ogni giorno si trovano a fare fronte al fenomeno, si aggiungono “cani sciolti”, spesso tossicodipendenti che si improvvisano topi d’appartamento. Pericolosi perché la loro reazione, se scoperti dai padroni di casa, può essere imprevedibile. La refurtiva finisce venduta sottobanco in Italia o all’estero, a volte riciclata nei negozi Compro oro.
Molto simile tra loro il modus operandi delle bande, che generalmente entrano in azione tra il tardo pomeriggio e l’ora di cena. Dopo aver individuato l’appartamento da colpire, forzano rapidamente gli infissi con trapani e arnesi da scasso, poi si precipitano nelle camere da letto e buttano all’aria ogni cosa nella ricerca frenetica di ori e denaro. Agiscono anche se nelle abitazioni adiacenti ci sono i residenti, dimostrando una marcata sfrontatezza, consapevoli che la velocità è tutto: non ci mettono mai più di pochi minuti.
TRASFERTISTI DALL'EST. I colpi messi a segno in case, aziende, negozi e fabbriche della Marca sono per lo più il frutto delle incursioni di bande organizzate di ladri, provenienti in particolare dall’Est Europa che trovano rifugio presso connazionali compiacenti, per un limitato periodo di tempo: quello necessario per mettere a segno un considerevole numero di colpi per poi rientrare in patria con un pingue bottino.
Il fenomeno è stato scoperto qualche anno fa, proprio nella Marca, grazie ad operazioni di polizia e carabinieri che hanno permesso di arrestare alcune bande. Si tratta in genere di stranieri che entrano clandestinamente in Italia o con un visto turistico.

Possono contare su connazionali che forniscono loro un alloggio sicuro. Poi, una volta presa conoscenza con il territorio pianificano i colpi. La loro caratteristica è quella di essere agili e veloci. Sono capaci di arrampicarsi lungo le grondaie dei condomini o delle case e ma anche di organizzare colpi grossi in aziende o fabbriche. Bastano un paio di colpi da decine di migliaia di euro, pianificati nel dettaglio, per poter poi rientrare in patria con un sacco di soldi.
La merce, dalle moto alle bici, dagli attrezzi edili agli utensili costosi, è poi facile piazzarla nel mercato nero della ricettazione. Molta della refurtiva viene posta in vendita anche nei siti di aste on-line. Una beffa per i commercianti derubati che spesso vedono la loro merce esposta sul web.
A volte i furti vengono messi a segno su commissione: dall’esterno ma anche dall’Italia. È chiaro che ad agire non sono soltanto bande dell’Est ma anche italiani o nomadi, specializzati nei furti in abitazioni. La matrice di quest’ultimo tipo è impressa in molti furti di ori e gioielli in abitazioni di qualsiasi tipo: dalle case singole ai condomini.
A Treviso qualcuno ha scoperto la presenza di piccoli segni convenzionali vicino alle porte d’ingresso di case o condomini. Singole lettere alfabetiche, cerchi, mezzelune, incisioni particolari, molto simili ad un vero e proprio linguaggio. Una segnaletica che, seppur di per sé innocua, è ad esclusivo uso e utilizzo dei ladri, che la adoperano per preparare i colpi nelle abitazioni, indicando così le principali caratteristiche dell’appartamento o degli inquilini.
Segnalazioni, in questo senso, sono arrivate da alcuni inquilini di condomini della zona di viale Brigata Marche. Un vero e proprio alfabeto, con segni diversi per ogni caratteristica rilevante, utili a comprendere se valga o meno la pena tentare il colpo. Casa sorvegliata, chi la abita, orario migliore per “intervenire” sono solo alcuni dei “consigli” evidenziati dai ladri.

Ci sono inoltre bande specializzate nel furto di automobili usate poi per effettuare i colpi. Un’automobile costa parecchio nel mercato nero della ricettazione e permette alle bande specializzate di usarle con disinvoltura anche di fronte ad avanzati sistemi di sorveglianza. La targa di un’auto rubata, infatti, non permette alle forze dell’ordine di individuare i ladri, se non attraverso lunghe e complesse indagini.
400 FURTI IN UN MESE. «In un mese in questa provincia sono stati commessi più di 250 furti o almeno questi sono quelli che ci sono stati segnalati». A mettere nero su bianco una cifra è il sindacato di polizia Coisp in una nota diffusa in polemica con il questure.
È un bilancio parziale, a cui vanno aggiunti tutti gli altri furti denunciati nel territorio ai carabinieri, che coprono la gran parte della provincia e che in tema di furti ammettono comunque di aver registrato nell’ultimo trimestre un andamento pressochè speculare dei fenomeni. Il bilancio del solo autunno quindi è sicuramente ben più grave, e potrebbe sforare quota 400 furti in trenta giorni, quindi oltre una dozzina ogni sera. i dati Se nell’ultimo trimestre, come specificato da uno degli ultimi consuntivi delle forze dell’ordine, i furti denunciati erano circa 650, da inizio novembre ad oggi si è assistito ad una vera impennata. «Un fenomeno ciclico», spiegano le forze dell’ordine, «che si ripete ogni anno e che comunque si sta attenuando nei numeri».
Si citano i i dati Istat: 15 mila furti in tutta la provincia nel 2014 contro i 10 mila del 2018, ed anche le varie indagini complesse che evidenziano come la provincia si una delle più sicure d’Italia (settimo posto a livello italiano). Ma l’autunno trevigiano è nero, e nessuno lo nega, tant’è che sia carabinieri che questura hanno richiesto rinforzi al battaglione e alle questure vicine, ed hanno impiegato i rinforzi avuti dal ministero. Nell’ultimo mese i colpi nelle abitazioni della provincia si sono moltiplicati. Denunciati? Non si sa. Certa la rabbia, e le polemiche.
Tensioni in questura Ma proprio i rinforzi in questura sono diventati oggetto di una violenta polemica messa nero su bianco ieri dal Coisp che riprendendo le parole del questore Montaruli, sulla possibilità di impiegare più agenti in strada sfruttando le risorse informatiche della questura, ha replicato durissimo:
«Con le sue dichiarazioni il responsabile dei poliziotti di Treviso oltre che denigrare la loro professionalità e il loro sacrificio ha soffocato totalmente la loro richiesta di aiuto. Sono pochissimi i poliziotti assegnati alle attività burocratiche e/o investigative, all’ufficio passaporti vi sono solo due poliziotti e un monte di lavoro.
Al porto d’armi, controllo locali e guardie giurate poco personale e una mole di lavoro tale che c’è un ritardo di un anno, e al commissariato di Conegliano», segue la nota del Coisp, «devono fare i salti mortali per formare una volante h/24... Ed è solo una parte dell’elenco. Noi poliziotti diamo il massimo per poter garantire il minimo, ed è sconfortante». E chiedono ai cittadini di scendere in piazza con loro.
IN CITTA' CON I METAL DETECTOR. I giorni di pioggia non scoraggiano i ladri, anzi, incentivano la loro opera. Il motivo? Gli scrosci attutiscono i rumori di porte o finestre da scassinare. La conferma arriva dai numeri dello scorso weekend e dai primi giorni della settimana, all’insegna del maltempo, che attestano un picco di
furti in tutta la Marca. Martedì pomeriggio, i ladri hanno razziato la zona di viale Brigata Marche. Presi di mira, in particolare, le abitazioni di via Cavalleggeri Treviso e via Rota.
Ad impressionare, in particolare, i derubati è stato un fatto particolare: la precisione chirurgica per come hanno colpito. «Da me sono entrati in un appartamento al secondo piano - spiega un inquilino - e quello che mi è parso alquanto strano è stato il fatto che hanno scovato il punto dove avevo nascosto ori e preziosi. Non hanno cercato tanto. È come se avessero usato un metal-detector».
Nella zona di viale Brigata Marca, laterali comprese, si contano una mezza dozzina di colpi nell’ultima settimana. Un altro particolare è emerso da quanto sostengono i residenti della zona: sugli infissi delle case che sono state visitate dai ladri sono stati trovati alcuni segni su infissi e finestre. «Piccoli simboli - spiega un residente - che sembrano quasi dei segni convenzionali per fare capire quali sono state le abitazioni che sono già state visitate dai ladri».
Ladri di mestiere che non si fermano di fronte alle difficoltà. Nello scorso weekend un’altra serie di furti è stata messa a segno tra San Zeno e San Lazzaro. Anche in questo caso non sono rimasti risparmiati i piani alti dei condomini. «Hanno un’agilità che stupisce», spiega un pensionato di San Lazzaro. «In casa mia sono saliti al secondo piano arrampicandosi lungo la grondaia della palazzina. Sul muro si vedono ancora i segni delle loro scarpe».
Ad agire sono diversi tipi di bande: in particolare gente dell’Est, trasfertisti che in genere contano su basisti ed informatori locali, o di etnia nomade. Non stupisce che si tratti di gente molto preparata, alcuni studiano le loro vittime a distanza, senza farsi notare. Attendono che lascino le loro abitazioni o gli appartamenti per entrare in azione.
Per questo motivo, le forze dell’ordine consigliano sempre di chiudere bene gli infissi e lasciare qualche luce o il televisore acceso mentre si lascia momentaneamente la propria abitazione per rendere l’opera dei ladri ancora più difficile. In via Rota, un paio di giorni fa, una famiglia è stata derubata mentre si era momentaneamente allontanata.
«Abbiano lasciato l’appartamento per un’ora e mezza. Ci eravamo dimenticati di abbassare una persiana. Da lì sono entrati mettendo a segno il furto»
PROVINCIA SOTTO ASSEDIO. L’assedio dei ladri scatta ogni anno non appena le giornate si fanno più corte e viene meno l’ora legale, come il diavolo avesse voluto metterci la sua coda di ironia velenosa. Nelle ultime due settimane sono state molte le case messe sottosopra dai banditi fuggiti in auto o molto più spesso nei campi.
La zona alla base del Montello negli ultimi giorni è stata tra le più colpite, ma copi si segnalano pressoché ovunque, compreso il capoluogo dove ieri si è lanciato il progetto di pattuglioni dei vigili armati di visori termici. sotto attacco I carabinieri hanno chiamato rinforzi per vigilare nel Montebellunese, sia in pianura che tra le colline, dove i ladri hanno colpito senza esclusione di colpi da Nervesa a Volpago, da Musano ad Asolo.
Il copione è sempre lo stesso: case svaligiate prima del rientro a casa dei proprietari, a sera, ma addirittura con i residenti all’interno degli appartamenti verso l’ora di cena. Spregiudicatezza che ritorna costantemente e amplia la mappa dei furti di una Marca costellata di “x”.
Le segnalazioni degli ultimi giorni oltre al Montebellunese contano l’area del Coneglianese con raid in zona Mareno (otto case svaligiate e cani intontiti), San Fior e la stessa Conegliano. E poi Carbonera, Maserada (un colpo a casa di due anziane mentre erano in casa), Roncade (già l’anno scorso assediata dai ladri nelle sue frazioni isolate e colpita ancora sia a Biancade che a San Cipriano e Vallio), e poi Preganziol (nelle zone tra via Munara e Settecomuni) e Mogliano.
Ogni sera un bollettino di guerra contro il quale le forze dell’ordine stanno facendo di tutto. Visori notturni In questo contesto, e reduce dei furti che hanno colpito anche S. Maria del Sile, S. Maria del Rovere e Selvana, Ca’ Sugana ieri ha annunciato l’avvio di un piano “anti-ladri” con pattuglie della polizia locale dislocate sul territorio, posti di controllo fra le 16 e le 19 a fermare le auto nelle aree più sospette e nei quartieri residenziali, pattugliamenti anche in borghese, con auto civetta.
Un’attività che si vuole potenziare a breve con l’acquisto di una termo-camera, un visore in grado di rilevare le persone che si nascondono nell’oscurità. Idea che segue a stretto giro quella lanciata giorni fa e tutta da attuare sul possibile utilizzo dei droni per la sicurezza (non si sa come).
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