Elisoccorso, la grande beffa della Regione A Treviso niente volo notturno del Suem

Una beffa. Le nuove schede ospedaliere appena approvate dalla Regione Veneto portano un dono ben poco gradito all’Usl 2 di Treviso e ai suoi 900 mila utenti. Non c’è il volo notturno dell’elisoccorso, che pure era stata una promessa esplicita del governatore Luca Zaia e dal direttore generale Francesco Benazzi, all’inaugurazione del nuovo eliporto del Ca’Foncello ai primi di ottobre. Il gioiello già operativo, della futura cittadella sanitaria, cuore pulsante e modernissimo quartier generale di quel Suem che vola tutto il giorno (ma la notte no, appunto), dal mare ai monti, coprendo di fatto il Veneto centrale e d’estate anche le spiagge del litorale veneto, gremite di turisti. Pare impossibile, e negli ambienti ospedalieri la cosa non è passata inosservata, nonostante la questione sia rimasta per così dire nell’ombra in questi giorni di analisi, tecniche ma anche politiche, degli effetti delle schede e delle scelte strategiche sui territori.
Belluno fa per tutti
Com’è successo, si stanno chiedendo in molti. Che forse davano la cosa per scontata dopo ampie rassicurazioni. Eppure le schede ospedaliere varate dalla giunta Zaia nei giorni scorsi, elaborate dal direttore generale della sanità Domenico Mantoan, hanno premiato per elisoccorso notturno l’Usl delle Dolomiti di Belluno. Nel suo presidio ospedaliero di Pieve di Cadore, sarà ancora «sede della base di elisoccorso con volo notturno, anche per l’Uls2 della Marca, e 3 Serenissima», come recita in maniera forse un po’ glaciale il documento ufficiale relativo all’azienda sanitaria bellunese.
commissione al lavoro
Ammette il direttore generale Francesco Benazzi: «C’è una commissione tecnica al lavoro che deve ancora pronunciarsi, ne attendiamo il responso, sempre fiduciosi». Ma in realtà, dicono a Venezia, ai piani alti della Regione, la commissione tecnica avrebbe concluso il suo lavoro preparando i capitolati d’appalto, con previste quattro basi in tutto il Veneto. Sembra anche che nel capitolato non fossero indicate le location delle quattro sedi, e che questo compito alla fine sia stato demandato alle schede, che non hanno certo soddisfatto le istanze di Treviso e dell’intera provincia. Una dimenticanza? Strano, visto da quanto tempo il territorio trevigiano chiede l’elisoccorso notturno. E certo le schede, definitive sin qui in tutte i loro aspetti – dai numeri alla scelte strategiche, e alle precise vocazioni mediche di tutti i presidi ospedalieri della Marca e di tutto il Veneto – non lasciano molte speranze. E pensare che il nuovo eliporto, inaugurato proprio dal governatore Luca Zaia in persona, è il secondo in Italia per dimensioni, inferiore solo a quello friulano di Campoformido (Udine).
L’inaugurazione
Il governatore e Benazzi non avevano esitato a parlare – appena otto mesi fa – di «svolta storica» per tutta la sanità trevigiana. Di più: «Grazie alla nuova struttura, da gennaio 2019 l’elicottero del Suem potrà alzarsi in volo anche di notte, garantendo un servizio di emergenza 24 ore su 24», avevano annunciato. Una promessa cui non sono seguiti i fatti, almeno sin qui, e che adesso assume davvero un sapore amaro. Non solo: i requisiti tecnici del nuovo eliporto erano stati definiti e predisposti anche e soprattutto in funzione del suo utilizzo esteso in orario notturno. E allora, sia Benazzi che Zaia avevano garantito come il servizio nell’arco notturno avesse già avuto il “semaforo verde” dalla Regione: c’è stato un incredibile cortocircuito a Venezia, tra gli uffici, l’assessorato e la giunta? Difficile davvero pensare a uno sgambetto all’Usl 2.
I numeri
Tutti sperano che non sia ancora così. A cominciare dagli angeli del Suem trevigiano, esperienza all’avanguardia su scala nazionale con il suo Leone 1, l’elicottero giallo che è l’icona del servizio di emergenza del Ca’Foncello, infaticabile nel coprire un territorio che va dai monti al mare e alla laguna di Venezia. Nel 2017 aveva effettuato 546 interventi, come dire 1,6 al giorno, e nel 2018 ha viaggiato a oltre 51 interventi al mese, come dire 1,7 operazioni al giorno, senza contare i trasferimenti con i nosocomi di Belluno, Venezia, Vicenza. Il nuovo eliporto è stato anche dotato di una speciale viabilità con il tunnel, già operativo anch’esso, per consentire alle ambulanze di portare i feriti in ospedale in tempi rapidissimi».
Per ora tutte infrastrutture utilissime con la luce del sole. Al buio, ancora nulla. —
Andrea Passerini
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