Elicotteri dei veleni: stop I vigneti irrorati a mano

L’ingegner Bortolamiol ha vinto la sua battaglia dopo l’esposto in Procura È stata revocata l’autorizzazione allo spargimento di fitofarmaci dall’alto
Di Andrea De Polo
Bolognini Vidor elicottro sopra abitazione di Luciano Bortolamiol
Bolognini Vidor elicottro sopra abitazione di Luciano Bortolamiol

VIDOR. In principio erano gli elicotteri. Quelli che spargevano fitofarmaci e pesticidi sui vigneti di Prosecco Docg attorno a casa sua. Luciano Bortolamiol, ingegnere di Vidor, a febbraio ha detto basta. E con un esposto inoltrato a Comune, Regione, Usl 8 e Procura della Repubblica di Treviso, ha cambiato una storia vecchia di decenni. «Basta elicotteri per la dispersione dei fitofarmaci: l’autorizzazione al volo non è un diritto dell’agricoltore per tutelare il proprio raccolto, ma un privilegio concesso a pochi a scapito dei diritti di tutti». Quattro mesi dopo, i fatti gli stanno dando ragione. Nel pieno della stagione dei trattamenti sui vigneti, di elicotteri in volo se ne vedono sempre meno. Dei tre vigneti segnalati sull’esposto, due sono stati “bonificati”, ed è stata revocata l’autorizzazione allo spargimento di fitofarmaci dall’alto. Ne rimane uno solo, per il quale Bortolamiol sta continuando a sollecitare l’intervento del Comune. Il primo vigneto segnalato nell’esposto, per il quale è stata accolta la richiesta di Bortolamiol, si trova, come gli altri, nei pressi di via Zoppette a Vidor. È affiancato da due strade, e quindi raggiungibile dai mezzi meccanici tradizionali. Non solo: è quasi adiacente a una casa colonica ancora abitata, e circondato da altri filari di viti, di proprietà di piccoli coltivatori, che non hanno mai avuto bisogno dell’elicottero. Soprattutto, è a un passo dalla casa di Bortolamiol, tanto che i pesticidi sparsi dall’elicottero finivano sistematicamente sulla sua proprietà, talvolta macchiando la strada di accesso all’abitazione. Per queste ragioni, l’ingegnere di Vidor è riuscito a convincere le autorità competenti: via l’elicottero, si torna ai mezzi tradizionali. Stesso ragionamento sul secondo vigneto denunciato nell’esposto: è circondato da strade di accesso su cui i viticoltori transitano con auto e trattori. Non ci sono quindi le condizioni per interventi aerei straordinari. Bortolamiol è soddisfatto a metà: «La legge dice che il mezzo aereo è autorizzato solo nel caso in cui il vigneto sia inaccessibile ai mezzi meccanici. Si sono finalmente accorti che i vigneti del mio esposto sono perfettamente accessibili. Ma allora perché per trent’anni hanno fatto volare l’elicottero?». Anche per il terzo vigneto messo sotto gli occhi della Procura, la domanda è senza risposta. Un piccolo appezzamento situato in cima alla collina, circondato da vigneti di altri agricoltori, che li raggiungono comodamente tramite una strada limitrofa. L’utilizzo degli elicotteri, che il nuovo Regolamento di Pulizia Rurale non boccia in toto, permettendo ai singoli Comuni decisioni specifiche, preoccupa soprattutto per il suo effetto di “dispersione”. Bortolamiol calcola che, a causa di una deriva molto marcata, le sostanze irrorate dall’elicottero si depositano non solo sui vigneti, ma anche sulle aree circostanti, case comprese. Durante un trattamento aereo in questo periodo dell’anno, con una fogliazione accentuata, almeno il 65% della miscela chimica irrorata non finisce sul vigneto, ma sul terreno interfilare e attorno alle piante. Contaminando coltivazioni adiacenti, strade e corsi d’acqua. «L’elicottero passa regolarmente sopra la mia abitazione e quelle dei vicini» spiega ancora Bortolamiol «e sono preoccupato non solo per la mia salute e quella dei miei famigliari, ma anche per gli incidenti accaduti, che solo per pura casualità non hanno compromesso altre vite oltre a quelle dei piloti». Alcuni Comuni, come Pederobba, recentemente hanno vietato l’impiego degli elicotteri. Per gli altri, pare, sarà solamente questione di tempo.

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