Elezioni a Treviso: la Lega candida Conte, porte chiuse a Gentilini

La Lega ha deciso la linea per le comunali 2018 a Treviso: nessuno spazio allo Sceriffo e i suoi. Due liste, si valuta per quella di Zaia

TREVISO. Candidato sindaco Mario Conte: 38 anni, geometra, single, passione per montagna e grandi cammini, capogruppo ai Trecento dopo aver lasciato su invito del partito la lista Gentilini. «Si corre da soli: a testa alta». Nessuno spazio a Giancarlo Gentilini e ai suoi fedelissimi, né agli altri partiti del centrodestra, men che meno a Forza Italia. Ma benvenuto a «tutti gli amici», con o senza tessera, che sposeranno il progetto Treviso 2018. La Lega cittadina ha deciso l’altra sera al K3 la linea per le comunali. Orgoglio (identitario) e rabbia (per lo “strappo” di Forza Italia). C’erano 50 militanti: assenti giustificati Mario Conte, l’assessore regionale Federico Caner e il consigliere regionale Riccardo Barbisan. In apertura gli interventi dei segretari Massimo Candura (comunale, anfitrione), Dimitri Coin (provinciale) e Toni Da Re (nathional), alla presenza dei tre sezionali Giacomo Savi (Nord), Christian Schiavon (centro), Marco Tonellato (Sud).

La discussione. Accesa e dura. Molto dura. Lo stato d’animo dei militanti è sul «tempestoso», sia verso Gentilini e i gentiliniani (qualcuno ha agitato l’articolo 36 dello statuto, quello delle espulsioni verso chi va contro il partito), sia verso Forza Italia e gli esponenti del centrodestra, schieratisi con la candidatura di Andrea De Checchi. E non è passato inosservato il passaggio dedicato a Chies: «Sapeva del patto, se fosse stato coerente si sarebbe dovuto dimettere quantomeno da segretario provinciale».



«Gentilini resti fuori». La discussione non ha lasciato dubbi: il partito vuol troncare con lo sceriffo e i suoi fan iscritti al Carroccio (Bepi Basso, Sandro Zampese e Pierantonio Fanton, nuovamente assenti: c’è chi li chiama i “dispersi”). I militanti hanno chiesto provvedimenti disciplinari già ora, anche i se i vertici hanno ribadito come debba essere conclamata la corsa alle urne contro il partito: dunque si attende la presentazione ufficiale della lista o l’ufficializzazione dello schieramento pro De Checchi. «Sono una minestra riscaldata? C’è chi è una ribollita», ha detto l’ex assessore Mauro Michielon. Drastico un altro militante: «O si sta dentro o si sta fuori, c’è chi vuole restare sull’uscio e intralcia il passaggio, perché le porte sono aperte ai tanti che ci vogliono sostenere». Non sono piaciuti né gli attacchi personali, né quelli al partito: di qui il messaggio a Sceriffo & Co: «Qua non c’è posto». E c’è chi ha ironizzato sui fedelissimi: « Me perché non candida Basso o Zampese, i pretoriani? Dopo 20 anni dovrebbero pure aver imparato il vangelo secondo Gentilini».

Segnali forti a Forza Italia. Non meno indigesta (eufemismo) la candidatura De Checchi. Più che al consigliere ex Pdl, son fischiate le orecchie a Renato Brunetta e al commissario veneto di Fi, Adriano Paroli. «Inaccettabile venga smentito il patto con noi», hanno detto Coin e Da Re. I militanti invocano «regolamento di conti ovunque si sia in coaIizione». C’è chi si è messo a far conti su enti e consorzi. Da Re ha promesso «segnali forti, molto chiari e immediati». E tutti hanno pensato a Conegliano, a casa Chies.... Altro avvertimento di Da Re: «Chi corre diviso al primo turno non può sperare di apparentarsi al ballottaggio». La corsa separata al primo turno, era un’idea di Brunetta e Paroli.

Gli amici. Non pochi, nel centrodestra sposano il Carroccio: Beppe Mauro, Francesco Benazzi, club Ricerca, le consigliere Gianpiero Aloisi, Davide Acampora (Fdi), Mirko Visentin, ras di S. Maria del Rovere, i sernagiottiani. Molti potrebbero esserci giovedì, quando Matteo Salvini e il governatore Luca Zaia lanceranno Conte al K3 (alle 19,30).

La squadra. Per Conte lista Lega e lista Conte, dove potrebbero confluire amici e sostenitori esterni. La lista Zaia? Tutti la vogliono, ma non è certa.


 

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