«Elena è morta per aneurisma» Verrà cremata nella sua Berlino

La famiglia rivela l’esito dell’autopsia. La ragazza era stata trovata nel bagno del suo appartamento Mamma Paola e papà Andrea: «Poi la riporteremo a Treviso. Non ci sono misteri sulla sua fine»

Sarebbe stato un aneurisma a spezzare la vita di Elena Mantoni, la giovane ricercatrice trovata senza vita nel suo appartamento di Berlino, a soli 27 anni. Lo comunicano i genitori, Paola Visentin e Andrea Mantoni, in una mail stringata in cui chiariscono le cause della morte della loro figlia e raccontano il loro dolore. Vogliono mettere la parola fine a qualsiasi alone di mistero sulla prematura scomparsa della giovane, trovata morta sabato nel bagno del suo appartamento nella capitale tedesca. Sarebbe stato l’esame autoptico effettuato nei giorni scorsi a dissipare ogni dubbio. «L’autopsia già eseguita negli scorsi giorni ha rivelato come causa del decesso un aneurisma celebrale», scrivono. E aggiungono «Verrà cremata a Berlino come da suo espresso desiderio, tutto questo per chiarire che nella sua morte non vi è alcun mistero». Si definiscono due «genitori affranti dal dolore» e chiedono di rispettare il loro immenso lutto. E la mamma precisa: «Dopo la cremazione la riporteremo a Treviso con noi. Sempre per volere manifestato più volte da Elena quando si affrontavano questo genere di argomenti, non ci sarà nessun funerale: solo una semplice cerimonia laica strettamente privata di saluto con i parenti strettissimi e gli amici più intimi di Treviso». Paola e Andrea erano stati raggiunti dalla terribile notizia solo lunedì. Subito volati a Berlino, accompagnati dagli zii per quello che sarà il viaggio più doloroso della loro vita. Una giovane solare e bellissima.  Elena aveva deciso di trasferirsi a Berlino nel 2012, per inseguire i suoi sogni, lavorare nel campo dell'arte. Ex studentessa del liceo Canova, come la sorella Vittoria che ha appena conseguito la maturità. Dopo il diploma e la laurea triennale a Venezia in Economia e Gestione dell’arte e delle attività culturali aveva conseguito la laurea specialistica a Milano, al Naba. Aveva quindi deciso di mettersi in gioco a Berlino dove dopo tanti curricula aveva appena trovato un lavoro. L’aveva comunicato agli amici più cari con entusiasmo. Poi la tragedia, sabato. Sarebbe stato interrogato anche il coinquilino con cui la giovane divideva l’appartamento. Solo un passaggio di rito perché da subito era apparso chiaramente che non si trattava di una morte violenta ma di un malore, fatale e improvviso. Nel bagno in cui è stato trovato il corpo senza vita di Elena non c’erano tracce ematiche. Elena era a Berlino dal 2012: aveva scelto la capitale tedesca per proseguire le sue ricerche e cercare di affermarsi nel campo dell’arte. Qui aveva potuto lavorare a importanti progetti editoriali, far parte del team di un Festival sulla cultura digitale. Aveva lavorato come assistente del curatore e critico d’arte Luca Cerizza. Ora anche un nuovo lavoro attraverso cui ribadire ancora una volta la sua indipendenza e determinazione.

Serena Gasparoni

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