Ecco la rotta su Treviso Dossier Enac al Comune

«L’Aeroporto di Treviso, così come decretato dal Ministero dei Trasporti, è un aeroporto bidirezionale e in quanto tale necessita di procedure di volo per entrambe le testate pista». Piaccia o meno al Comune di Treviso, in un recentissimo dossier inviato all’amministrazione comunale l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha messo i puntini sulle “i” in merito all’attivazione di dieci decolli al giorno in direzione del capoluogo, così come previsto dal masterplan per lo sviluppo dello scalo aeroportuale in discussione.
È partendo da questo presupposto – già di per sé significativo – che l’Enac ha illustrato all’amministrazione qual è stata la scelta tra le possibili rotte vagliate per decidere come far decollare i Boeing dallo scalo trevigiano in direzione della città. E la scelta è caduta su una rotta ben diversa da quella utilizzata oggi solo quando ci sono condizioni meteo che impediscono il consueto decollo di Quinto, salvo eccezioni.
Oggi, gli aerei che “staccano” in direzione nord percorrono quella che Enac definisce una rotta «a goccia» (in giallo nella foto a destra, ndr) che si allunga in linea con la pista del Canova fino all’altezza della stazione dei treni guadagnando quota, per poi virare di oltre 180 gradi «non ad una quota fissa ma ad una quota assegnata dal controllore di volo oppure a discrezione del pilota», insistendo così sulla città.
Per evitare questa manovra che avrebbe avuto ricadute dirette sul centro storico, Enac ha affidato la programmazione e la valutazione di soluzioni alternative all’aeronautica militare che ha proposto una soluzione «con lo scopo primario di mitigare l’impatto acustico sugli agglomerati urbani, considerando anche la struttura di spazio aereo all’interno della quale si colloca l’aeroporto di Treviso», stretto tra i movimenti del Marco Polo di Venezia e dell’aeroporto di Istrana.
Di qui la nuova linea che prevede «di disallineare il decollo di 11 gradi e mantenere quanto più possibile i vettori aerei, parallelamente alla tangenziale». Il decollo parte in diagonale, quindi, con una virata immediata dopo aver staccato ruote da terra, sorvolerà la tangenziale a circa 150 metri e proseguirà prendendo quota fino a sopra l’abitato di San Zeno dove effettua una nuova virata puntando Casier (dove arriverà a minimo 500 metri dal suolo) e sorvolando S. Antonino. «La nuova rotta eviterà completamente il centro storico di Treviso» ha spiegato Enac al Comune, e «il decollo sarà effettuato in accordo alla procedura anti-rumore che imporrà agli aeromobili il mantenimento di una velocità non superiore a 200 nodi per tutta la durata del decollo».
Segue l’immagine che riportiamo in testa alla pagina. Il Comune ha incassato, riservandosi di valutare. Chi non ci sta fin da subito è però il comitato che sul nuovo piano di volo ha le idee ben chiare. «L’amministrazione non si è ancora resa conto della posta in gioco riguardo i livelli di rischio aereo che, come la spada di Damocle, pendono sulla testa dei Cittadini trevigiani e anche dei prossimi sindaci». Il perché è presto spiegato: «La procedura di decollo a velocità ridotta e subito in virata è moto rischiosa in caso di meteo avverso o guasti» attacca il Comitato, «e così lo saranno le procedure di avvicinamento in caso di atterraggi lungo una rotta simile, sempre i caso di maltempo». Ma per adesso questa è la soluzione già discussa. Che venga adottata o meno dipende, a quanto pare, solo da pochi timbri.
Federico de Wolanski
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso