Ecco il «signore delle nuvole» Con un cannone decide il meteo

Chiunque, almeno una volta, ha sognato di poter fare - in senso letterale - il bello e il brutto tempo, di spegnere per magia un temporale estivo o di riaccendere il sole in un giorno nuvoloso. In una casa tra i vigneti del Prosecco Superiore, a Col San Martino, vive un uomo capace di comandare le nuvole. Per farlo gli basta una semplice chiamata dal suo cellulare.
Giocondino Merotto, 49 anni, titolare dell’azienda vinicola che porta il suo nome e presidente della sezione Coldiretti di Farra, è uno degli uomini che gestiscono i cannoni antigrandine sulle colline che si estendono tra Conegliano e Valdobbiadene. La sua storia è il sogno realizzato di ogni bambino, a metà tra quella che sembra una fiaba da raccontare e quella che è un’esigenza, reale, di ogni viticoltore: salvare i vigneti dalle intemperie.
Alto un metro e 68 cm, occhi verdi e capelli castani, Merotto, che ha concluso la terza media ed ha subito cominciato a lavorare nell’azienda di famiglia, è diventato “l’uomo delle nuvole”.
Può azionare i suoi due cannoni dovunque si trovi, anche a chilometri di distanza, per rompere la corrente d’aria fredda che ghiaccia la pioggia, trasformandola in un pericolo per le viti che hanno messo le radici nei suoi terreni e in quelli dei suoi colleghi. E l’uomo che digitando un numero riesce, talvolta, a salvare mesi e mesi di lavoro spesi lungo i filari, in quel paesaggio ricamato di vigneti della provincia di Treviso candidato a divenire patrimonio dell’Unesco.
Signor Merotto, come funzionano questi cannoni antigrandine?
«Questi cannoni sono alti 13 metri e il diametro del loro cono è di 1,5 metri. Sparano delle onde sonore d’urto che arrivano fino a 3.000 metri di altezza, con un raggio di 500 metri, per questo a Farra ne abbiamo cinque. Creano un vortice che serve a rompere la corrente d’aria fredda, evitando che le gocce di pioggia si ghiaccino diventando grandine».
Come sa quando è il momento di azionarli?
«Noi agricoltori ormai ci siamo fatti una certa esperienza. Quando sento che c’è aria fredda prima che arrivi la perturbazione, questa segnala la presenza di ghiaccio. Ho capito che quando è così devo azionare i cannoni. Altre volte lo faccio anche su segnalazione di altri agricoltori che mi chiamano per chiedermi di farlo».
Come vengono attivati? «Tramite il telefonino. Sul circuito della centralina è inserito un numero di cellulare, quando chiamo quel numero fa due squilli, in questo modo si innesca il programma, si carica il gas tramite una camera posta alla base del cannone, due candele producono una scintilla che incendia il gas, si provoca uno scoppio che fa partire queste onde sonore d’urto. Le onde sono visibili, sono come dei cerchi concentrici di colore grigio che salgono verso l’alto».
Questi scoppi si sento bene anche a distanza. Sono inquinanti?
«No non sono inquinanti ed è importante sottolinearlo». Quanto prima devono essere azionati i cannoni?
«Cinque minuti prima».
E lei è l’unico in grado di farlo?
«Siamo in tre a poterlo fare. Io ne gestisco due a Col San Martino ma posso azionarne fino a quattro. C’è un’altra persona per Farra e una per Soligo».
Da quanto tempo lo fa e come ha cominciato?
«Lo faccio dal 2001. Nessuno si faceva avanti, qualcuno però doveva farlo e così mi sono offerto insieme a altri due colleghi»
Si registrano risultati positivi?
«Prima di installare i canoni, in 10 anni prendevamo la grandine 8 anni, ora su 10 anni la prendiamo due volte, noi ci crediamo»
Diciamocelo, lei è un po’ il padrone delle nuvole.
«Forse sono il padrone delle nuvole, ma sono anche quello che prende più parole di tutti. Quest’anno che c’è siccità si evita di sparare, ma è un rischio che mi assumo. C’è anche chi ha la possibilità di irrigare e mi dice “spara lo stesso”. C’è chi mi chiama perché vuole che li metta in funzione e chi lo fa perché invece non vuole. Non è compito facile».
Con quella stessa telefonata lei può anche non far piovere?
«Questi canoni creano un vortice, non mandano via le nuvole. Questa primavera, quando ha piovuto a lungo, ho provato ad azionarli, ma ho visto che pioveva lo stesso».
E quando va in vacanza come fa?
«Posso azionarli anche se mi trovo in Sicilia, o a Venezia, a Bibione, o in montagna, è come se facessi una telefonata. Se invece lo fa un collega al mio posto mi arriva un messaggio che mi avvisa che il canone è acceso e un altro quando viene spento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso