Ecco il maxievasore: Giovanni Bruttocao

Nel mirino del Fisco per 15 milioni. Lui: «No, sono 2. E non ho nessuna villa palladiana»
Due mesi dopo, ha un nome il protagonista della maximulta per evasione fiscale: si tratta di
Giovanni Bruttocao
, fondatore nel 1984 della Data Clinica Sas, centro medico privato di Strada Ovest, nel capoluogo. Una delle attività che ha visto protagonista l'imprenditore trevigiano, chiamato dopo accertamenti a ripagare la bellezza di 15,7 milioni di euro al Fisco.


«Non ho ville palladiane come è stato detto o appartamenti sparsi, non ho nulla di tutto questo». Sono queste le prime dichiarazioni di Bruttocao non appena raggiunto ieri al telefono, deciso a passare successivamente a un secco «no comment» una volta saputo che il suo nome, affiorato in queste ore, era stato confermato anche dall'avvocato
Loris Tosi
, suo rappresentante in tribunale, ancora oggi in lotta per scardinare l'impianto accusatorio imbastito dall'Agenzia delle entrate.


Secondo l'accusa dei giudici tributaristi emessa lo scorso dicembre dalla commissione tributaria provinciale di Treviso, l'imprenditore avrebbe presentato dichiarazioni dei redditi negli ultimi anni per circa
15 milioni.

Una sentenza mai digerita da Bruttocao, che ha rifiutato la conciliazione - come accade invece in genere - impugnando gli accertamenti emessi dalle Entrate in relazione agli anni 2002, 2003, 2004, 2005 e 2006, scattati per maggiori imposte Iva, Irap, Irpef, contributi previdenziali, addizionali regionali oltre ad una serie di sanzioni collegate (15 milioni 700 mila euro) e interessi sull'attribuzione di redditi dal lavoro autonomo per un importo complessivo superiore ai 16 milioni di euro, rilevate a seguito di movimentazioni bancarie in entrata e uscita, stipulazione di contratti di mutuo, oltre a vendite e acquisti di immobili.


Cifre assurde rispetto ai redditi reali dell'imprenditore, secondo i suoi legali, decisi a dare battaglia in tribunale, dove la Procura sta indagando a fondo per il reato di evasione fiscale.


Secondo il Fisco, infatti, dal 1998 al 2006 compreso, Bruttocao non aveva mai dichiarato alcun reddito pur essendo socio, nonché legale rappresentante, in diverse società richiamate negli avvisi, tra cui
Data Clinica
, di cui il padre Ettore risultava socio, oltre alla Area Medica di via Bertolini 42, sempre a Treviso.


Tutte circostanze confermate dal suo avvocato, che attesta la mancata dichiarazione dei redditi «ma per un importo complessivo di circa 2 milioni di euro, come dimostrato in una perizia che abbiamo presentato ma non è stata presa in considerazione».


Da parte loro, gli esperti dell'Agenzia delle entrate avevano messo nel calderone delle accuse prove evidenti, tra cui un patrimonio immobiliare comprensivo di una villa palladiana del valore di 4 milioni di euro, fatto sconfessato a pieni polmoni da Bruttocao.


Tra le motivazioni portate a giustificazione dall'imprenditore e iscritte nella sentenza della commissione tributaria, si afferma che parte della movimentazione bancaria, e precisamente 457.508 mila euro per il 2002, 294.764 euro per il 2003 e 12.900 per il 2004, erano in chiaro, e quindi senza nulla da rilevare. Anche per questo aveva poi chiesto l'annullamento degli avvisi di accertamento.
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