Eccidio del Brandolini, il ricordo

SUSEGANA. Si sono ritrovati sulle rive del Piave, per ricordare la strage al Collegio Brandolini di Oderzo che all’indomani della Liberazione costò la vita a centotredici persone appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana, allievi della scuola della Guardia Nazionale Fascista. Uccisi dagli uomini della Resistenza, dopo la Liberazione, tra l’aprile e il maggio 1945. E’ uno degli episodi più controversi della Lotta di Liberazione. Il Cnl opitergino si era opposto alla strage, ritenuta inutile poichè la città era già stata liberata. Ma il clima di quei giorni non impedì al reparto partigiano dei Cacciatori di Pianura di catturare gli allievi del Brandolini e portarli sul Piave, dove furono brutalmente fucilati. Da qui la commemorazione che ogni anno si ripete sul Piave da parte dei nostalgici della destra. Martedì mattina una trentina di attivisti di Continuità Ideale si è ritrovata sul Piave, davanti al cippo che ricorda i caduti: «Nonostante i divieti - ha spiegato un relatore - ci troviamo anche quest’anno per ricordare questa strage. E dire ai caduti: non eravate dalla parte sbagliata». «Sono stati trucidati dai partigiani a guerra finita dopo che si erano arresi con l'onore delle armi e il Comitato di Liberazione Nazionale aveva concesso a loro il lasciapassare per tornare a casa dalle loro famiglie» hanno descritto gli attivisti di Continuità Ideale trevigiana. A questa strage seguì un processo conclusosi con condanne definitive - poi amnistiate - per i responsabili dell’eccidio.
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