È morto l’imprenditore Zeno Buratto

CROCETTA. Si è spento ieri mattina, all'età di 89 anni, Zeno Buratto, imprenditore, ex internato, missionario laico per l'Opera Don Orione. Una persona che della solidarietà verso gli altri e della trasmissione della memoria storica aveva fatto una missione. Prima di diventare imprenditore nel settore calzaturiero, con la sua Prater, che nel periodo di maggiore sviluppo era arrivata ad avere fino a 300 dipendenti, aveva lavorato per aziende private e in banca. Nella vita come nel lavoro un aspetto lo aveva sempre caratterizzato: la correttezza verso gli altri. Allo scoppio della seconda guerra mondiale dal 27 aprile del 1943 era stato mandato sul fronte dei Balcani a Mostar dove, alla firma dell'armistizio, era stato catturato e deportato in Austria a Vienna. Ironia della sorte era stato internato nello stesso campo di concentramento dove il papà Andrea era stato detenuto durante la prima guerra mondiale. Da lì era iniziato un lungo periodo di privazioni e di sofferenze che avevano segnato il suo carattere. Dal campo di concentramento di Vienna era stato trasferito a Berlino dove aveva lavorato negli stabilimenti della Mercedes Benz nei quali si producevano i motori degli Stukas. A causa di un sabotaggio fu poi destinato a Nekarelz dove venne liberato nel 1945 dagli Americani. Raccontava le vicende di quegli anni nelle scuole come delegato provinciale dell'associazione Internati. Raccontava con passione ai ragazzi quelle pagine buie della storia d'Italia perché ne traessero insegnamento, perché diventassero portatori di pace, non solo in Italia, ma anche ad Heidelberg, in Germania, dove lo invitavano. Nel mondo dell'associazionismo era stato presidente del Calcio Crocetta durante gli anni Cinquanta. Nel 1990 ritiratosi dall’attività imprenditoriale si era messo a disposizione della comunità e si era impegnato nel volontariato. Per le sue conoscenze nel campo ortopedico e delle protesi, da 20 anni prestava la sua opera al Centro Don Orione di Bonua in Costa d’Avorio, dove si dedicava a curare i «bambini serpente».Lì inviava protesi e attrezzatura e poi si recava in missione per controllare che tutto venisse assegnato, distribuito, utilizzato al meglio. Aveva anche ricevuto dalle mani del Ministro della Sanità, Allah Kouadio Remi il diploma d’onore per i servizi resi. Ha lasciato i figli Paola, Camillo, Alberto e Paola, oltre a Phatima, la donna che lo ha assistito nell'ultimo periodo. I funerali saranno celebrati sabato alle 16 nella chiesa di Crocetta.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso