È morto Angelo Aldo Marchetti

CASTELFRANCO. Si è spento ieri nella sua casa di via San Pio X Angelo Aldo Marchetti, ultimo presidente della Banca Popolare di Castelfranco prima che l’istituto di corso XXIX Aprile confluisse nella Popolare di Vicenza. Aveva 89 anni. Se n’è andato il giorno del compleanno della moglie Maria Luisa Biffis, a cui era legatissimo. Lei trevigiana, lui castellano, si erano sposati nel settembre 1955. Era Maria Luisa, la sua principale consigliera fino a quando la morte non li ha separati qualche anno fa. Nato nel palazzetto di famiglia affacciato su piazza Giorgione, era il primo di quattro fratelli. Dopo di lui in casa Marchetti erano arrivati Mario, Franco e Bruno, ex sindaco, mancato nel novembre 2014 fa, all’età di 73 anni.
Angelo Aldo, un elegante signore d’altri tempi, si era laureato in Giurisprudenza nel luglio del 1950. Quindi con il fratello Franco aveva preso in mano la ditta commerciale fondata dal padre Alberto. Il magazzino della A&F Marchetti sas, prima dietro a piazza Giorgione, era poi stato trasferito a Resana fino al 1985 quando l’azienda ha definitivamente chiuso i battenti. Angelo Aldo, che dal 1955 sedeva nel consiglio di amministrazione della Popolare di Castelfranco, si era dedicato con passione all’istituto di credito che ha fatto la storia castellana, naufragata poi nell’aggregazione con la Popolare di Vicenza. Dal 1972 al 1982 Marchetti era stato vicepresidente dell’istituto con sede nello storico palazzo Novello. Quel palazzo in cui si trova la sala delle riunioni del cda della banca, dominata dai ritratti di tutti i presidenti. Quella sala che l’ex assessore Giancarlo Saran, anche lui socio Rotary, vorrebbe fosse intitolata proprio a Marchetti. Per 18 anni, dal 1982 al 2000, Angelo Aldo aveva ricoperto la carica più importante, quella di presidente. La Popolare di Castelfranco con l’acquisizione della Piva di Valdobbiadene era diventata la Popolare di Treviso. Quindi era avvenuta l’aggregazione con la Vicentina approvata con un plebiscito dai soci, un passaggio, però, molto sofferto per il presidente Marchetti che, vedendo venire meno l’autonomia della “sua” popolare, si era dimesso. Aveva vissuto con profonda amarezza la stagione delle aggregazioni: lui, che alla Popolare di Castelfranco aveva giurato da sempre fedeltà, non poteva accettare il venire meno dell’autonomia, dell’identità e del forte radicamento nel territorio, imposto dai vicentini. Nel Credito Cooeperativo Trevigiano di Vedelago, prima del terremoto del commissariamento da parte di Bankitalia, aveva rivisto con nostalgia la sua Popolare, piedi ben piantati nella castellanità. Era stato consigliere comunale per il Partito liberale dal 1960 al 1968, sui banchi del municipio non aveva mai incontrato il fratello Bruno, di fede socialista. Con Silvano Girardi e Roberto Serena aveva fondato il Rotary club Castelfranco-Asolo nel 1963. Importante il suo contributo nell’Ascom castellana (prima come vicepresidente dal 1964 al 1968 e poi fino al 1973 come presidente). Era stato membro della giunta della Camera di Commercio di Treviso (vicepresidente dal 1980 al 1991, presidente fino al 30 giugno 1992). Nel consiglio direttivo dell’Unioncamere del Veneto dal 1988 al 1989, aveva rivestito la carica di vicepresidente dal 1998 al giugno 1992. Innamorato di Castelfranco, di cui amava conservare e raccontare la storia - anche quella “piccola” –, aveva la mente aperta al mondo. Con la moglie amava viaggiare. Lascia i figli Pieralberto, Alessandro, Enrico e Francesco. «Per noi è stato sempre una guida», lo ricorda Enrico, «Ci ha sempre riservato grande attenzione, dapprima con un pudore d’altri tempi e ora, con l’avanzare dell’età, con una tenerezza commovente». I funerali saranno fissati oggi.
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