«E fingeva pure di non sapere»
REVINE. «Tangenti? Prima finse di non sapere nulla, poi fu lui stesso a proporre il metodo per far saltar fuori i soldi». È questa la pesantissima accusa mossa al manager trevigiano Danilo Bernardi da Pietro Coci, titolare della Euroservizi Group, azienda che lavora in consorzio con la Manutencoop di Zola Predosa (Bologna), colosso da quasi un miliardo di euro di fatturato. Le dichiarazioni di Coci hanno creato un terremoto fatto di sei arresti e la richiesta di interdizione per il colosso della cooperazione nel settore delle pulizie. Pesante il quadro accusatorio formulato dalla Procura di Napoli anche a carico del manager di Revine Lago: sarebbe lui l’architetto finanziario di una corruzione da duecentomila euro (promessi, poi ne sono stati pagati realmente 55 mila) che sta dietro l’assegnazione di un appalto da undici milioni e mezzo di euro alla Manutencoop da parte dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.
Il quadro. Secondo il grande accusatore Coci, come si legge nel verbale del suo interrogatorio datato 16 maggio 2016, per i dirigenti Manutencoop Francesco Sciancalepore e Crescenzo Tirone «la prassi era quella di pagare sistematicamente, nel settore degli appalti, il 2 - 2,5% del prezzo di aggiudicazione di tangente. In ogni caso - dice ancora Coci - mi diedero pacificamente il via libera per la consacrazione del suddetto patto illecito con i pubblici ufficiali intranei al Santobono».
Il ruolo di Bernardi. Il manager trevigiano, come detto, viene accusato di aver organizzato il metodo per far saltare fuori i soldi delle mazzette. «Per ciò che riguarda i miei rapporti con i vertici Manutencoop con riferimento al pagamento della tangente in questione - dice ancora Coci - la decisione di pagare è stata da me condivisa con i dirigenti della stessa Manutencoop, e in particolare all’inizio con Sciancalepore e Tirone, poi con Danilo Bernardi, Federico Garavaglia e Michele Codoni, tutti coinvolti in tale vicenda illecita nella sua evoluzione». Coci sostiene di aver incontrato il manager Manutencoop Sciancalepore nell’aprile del 2015 «di persona negli uffici di Pozzuoli» della coop, «e lui mi disse che il direttore generale della Manutencoop, Danilo Bernardi, gli aveva detto di non preoccuparmi e che la stessa Manutencoop avrebbe corrisposto la sua percentuale di tangente conferendomi un incarico di consulenza fittizio a fronte del quale Manutencoop mi avrebbe fatto un versamento di denaro e io avrei rilasciato una fattura per una prestazione evidentemente da me mai eseguita».
La “finta”. A luglio 2015 «ho incontrato di persona Bernardi - dice ancora Coci - il quale in un primissimo tempo fece chiaramente solo finta di non sapere nulla, immediatamente dopo, e cioè dopo qualche minuto, fu proprio lui a propormi lo stesso escamotage, ovvero il conferimento a me di un incarico consulenziale chiaramente fittizio, per un ammontare proprio di 25 mila euro, che doveva servire appunto per pagare la tranche di tangente. Ho detto “fece finta” dal momento che fu proprio lo stesso Bernardi a farmi la proposta della consulenza fittizia che doveva riguardare la preparazione di un appalto all’università di Fisciano».
Fabio Poloni
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