Due anni per cambiare il cognome

Nicola Della Pietà Pinarello ce l’ha fatta: ma quanti moduli...
Pucci Treviso Matrimonio Nicola Dalla Pietˆ Pinarello in foto lo sposo arriva in bici con la madre agenzia fotografica foto film
Pucci Treviso Matrimonio Nicola Dalla Pietˆ Pinarello in foto lo sposo arriva in bici con la madre agenzia fotografica foto film

La corte di Strasburgo bacchetta l'Italia e la invita a riformare il diritto di famiglia permettendo che a un figlio possa essere dato anche solo il cognome della madre. Ma già oggi è possibile dare ai figli anche il cognome della madre. Solo che la procedura è più complessa.

Più di una decina d'anni fa Nicola Della Pietà-Pinarello ha infatti voluto e ottenuto, il doppio cognome, paterno e materno insieme. Le due denominazioni, scritte l'una al fianco dell'altra nella carta d'identità e in tutti i documenti ufficiali, sono state il coronamento del desiderio del nonno materno Giovanni Pinarello, ex ciclista e imprenditore di successo dell'omonima azienda di biciclette. La richiesta per avere i due cognomi è stato un regalo voluto da Giovanni per il suo primo nipote, arrivato per la laurea. Non facile la trafila burocratica per ottenerlo, avviata nel 2000 e durata circa due anni e mezzo, racconta Carla, mamma del primogenito di casa Pinarello: «Nicola è nato nel 1980, una decina d'anni fa abbiamo fatto la domanda in Prefettura. L'allora prefetto Corrado Scivoletto si era occupato del caso. Un iter abbastanza lungo con tanto di modulistica da inviare al Ministero con richiesta di proseguimento del cognome materno». Passaggio fondamentale, l'accordo da parte di entrambe le famiglie, paterna e materna, chiamate a firmare e sottoscrivere l'iter, continua: «E' stato necessario che tutti i componenti della famiglia dessero l'assenso e così è stato».

Nicola è quindi riuscito a ottenere una “nuova identità” con il doppio cognome ufficialmente registrato all'anagrafe. Una scelta concepita in famiglia, controcorrente rispetto ai tempi, ma pensata per dare continuità tra presente e passato, spiega il diretto interessato Nicola: «Ho coronato un desiderio nato in casa, con grande spontaneità. Mio nonno ha voluto così, fin da quando ero piccolo. Inizialmente non si poteva, poi appena si è presentata questa opportunità abbiamo avviato le pratiche. Il percorso non è stato breve, ma è andato a buon fine. Sono contento che oggi sia arrivato dall'Europa l'invito affinché l'Italia si adegui e semplifichi l'iter per chi voglia portare il cognome della madre». Un'eredità che Nicola ha tramandato anche ai suoi due figli, Roberto junior e Celeste, per la soddisfazione del loro bisnonno Giovanni. «Il cognome è un modo per perpetuare la storia di famiglia e racchiude un patrimonio di valori importante. Non devono scomparire le radici e se il cognome materno ha senso, ben venga che una coppia lo possa scegliere e attribuire al proprio figlio».

Valentina Calzavara

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