Droga, sgominata la gang dei carcerati

Maxi traffico con la Colombia gestito dietro le sbarre: ordini fatti via sms
Kasem Plaku
Kasem Plaku
L'impero della droga si comanda dal carcere. Via sms, gestendo gli acquisti dalla Colombia (via Balcani) e lo smercio a Treviso, Venezia, Verona e Pordenone. Un volume d'affari monumentale, da oltre centomila euro al mese, appeso a quel telefonino che la fidanzata gli ha fatto avere in carcere, nascondendoselo nelle parti intime per eludere i controlli della polizia penitenziaria. Ora è finita: i carabinieri hanno sgominato la banda (sei albanesi, un italiano) che da oltre un anno gestiva un traffico di droga colossale in mezzo Veneto, con un'appendice a Pordenone. Il boss, Kasem Plaku, 26 anni, è già in carcere (a Verona) dalla fine del 2009, quando il giro di droga fu scoperto. L'arresto, però, non lo ha fatto desistere. Anzi. Il telefono. La sua ragazza, Suela Vrijoni, 23 anni, gli ha fatto avere un telefono in carcere. In maniera insolita, non c'è che dire: «Lo ha nascosto nelle parti intime, all'interno - dicono i carabinieri di Treviso - in modo da evitare che gli agenti di polizia penitenziaria glielo trovassero addosso, quando la perquisivano prima delle sue visite al fidanzato». Operazione ripetuta due volte, e alla fine Kasem aveva due cellulari dietro le sbarre. Così, via sms e con qualche telefonata quando era certo di non essere ascoltato, negli ultimi mesi ha continuato a gestire il traffico di droga. Prima lo aveva affidato al suo braccio destro, Arjan Hoxha, 41 anni, ma poi c'è stato un contrattempo: anche Arjan è finito in carcere, lo hanno beccato a ottobre di quest'anno all'aeroporto Catullo di Villafranca (Verona) con mezzo chilo di cocaina. Gli affari. Un giro di droga colossale, con incassi stimati in oltre centomila euro al mese. Visto che il business va avanti almeno dalla fine del 2009, i conti sono presto fatti: nelle tasche della banda sono finiti quantomeno un milione e trecentomila euro. Forse molti di più, dipende da quando è iniziato lo smercio. La droga (eroina e cocaina) veniva fatta arrivare dalla Colombia - tramite complici di fiducia - fino all'Albania, e da lì in Veneto via mare o per via aerea. I nomi. In tutto sono tredici gli indagati, con sette provvedimenti di custodia cautelare in carcere emessi dal gip Umberto Donà. Due le persone ancora latitanti e che sono attualmente ricercate. I cinque dietro le sbarre sono appunto Kasem Plaku e Arjan Hoxha (residente a Brugnera, Pordenone), oltre a Roberto Cassanella, trevigiano, 37 anni, Suela Vrijoni, 23 anni - la fidanzata di Kasem - residente a San Donà (Venezia) e infine Vathe Hoxha, moglie di Arjan. Una banda fatta in casa. Cassanella è in carcere a Treviso, le due donne a Belluno e gli altri due uomini a Verona. Il blitz. Nell'operazione, ribattezzata «Onda Latina», sono stati impegnati circa cinquanta carabinieri con l'impiego di unità cinofile antidroga. Tra le province di Treviso, Venezia e Pordenone sono state effettuate dieci perquisizioni. Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si è complimentato con i carabinieri per l'operazione: «Ogni colpo inferto a trafficanti e spacciatori di morte è motivo di soddisfazione e di sollievo. Quello assestato dai carabinieri di Treviso in questa occasione è particolarmente duro, ed è quindi particolare il ringraziamento».

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