Droga, in manette 21enne trevigiano Gestiva il traffico, pagamenti in bitcoin

Le telecamere installate di fronte alla villetta di via Mentana 7 lo riprendevano in più occasioni mentre scaricava gli scatoloni con la droga che giungevano grazie ai corrieri. Da quel 9 ottobre le indagini della Mobile padovana sono riuscite a dare un nome a quel ragazzo, risultato un elemento ben inserito nel contesto criminale tanto da essere incaricato della gestione del denaro per il pagamento dei fornitori, con i quali si teneva in contatto mediante l’applicazione “Wichr”, erroneamente ritenuta dagli stessi intercettabile. Si tratta di Piero Pasqualin, 21 anni, residente a Treviso.

Le indagini del pm Benedetto Roberti dopo i 22 arresti di quel giorno sono proseguite, dando un nome a tutti quelli che entravano nella villetta della droga. Mancava all’appello quel ragazzo, sempre vestito con capi firmati. Era trevigiano , c’è voluto un po’ per dargli un nome. L’altro ieri la polizia l’ha arrestato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Padova.

Pasqualin faceva parte della banda di Emanuele Lovato, 35 anni, titolare del bar Alexander di via San Francesco, uno dei punti di ritrovo di riferimento del movimento antagonista. Insieme alla fidanzata Marianna Zoia, 37 anni, aveva preso in affitto un appartamento in via Mentana nel quartiere San Giuseppe (pagavano 1.600 euro d’affitto). Lì poi si erano trasferiti anche altri come Marte Deniz Akyil, 29 anni o Raul Buta, trentenne di origini romene. I pacchi arrivavano lì da Milano. Chili di marijuana e hashish da Milano a Padova. Droga che veniva consegnata a pacchi in quella casa smistata a centinaia di clienti e pagata in bitcoin.

Per venire a capo di questa indagine gli investigatori della Squadra mobile di Padova erano dovuti entrare nel mondo della criptovaluta creata nel 2009, ma soprattutto furono costretti a muovere i primi passi nel deep web, perché è lì che è stato ordinato il primo grosso quantitativo di droga. Non è escluso che ci siano altri arresti.

La banda era specializzata con la più elevata tecnologia per cercare di dialogare con smartphone e computer senza lasciar traccia. Gli investigatori sono riuscire ad intercettare un messaggio, che si è cancellato dopo pochi istanti. Ma hanno fatto in tempo a fotografarlo.

Lovato, “il dottore”, parlava con i suoi tramite app spagnole, non intercettabili. I messaggi che si scambiavano sparivano appena letti. Impossibile rintracciarli. Una delle app usate è “Entro Chat Mesajero seguro”.

I clienti, quasi tutti “affezionati” nonostante il numero imponente, facevano le loro richieste grazie a Wickr, applicazione di messaggistica istantanea che permette di conversare con utenti in modo del tutto segreto, auto distruggendo i messaggi su Pc, Mac, Linux, iOS e dispositivi Android. Utilizza un sistema di crittografia multistrato.

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