Droga, arrestato allenatore di calcio

MOGLIANO. Una vita che si ricostruisce, con i ragazzi, con lo sport, con la famiglia. E il passato che non molla, continuando ad inseguirlo per ricordargli chi era stato. È la drammatica storia di Loris Marton, 34enne, attuale preparatore dei portieri delle giovanili della Pro Mogliano e da due giorni – ancora – in carcere.
Ad arrestarlo sono stati, due giorni fa, i carabinieri di Mogliano Veneto sulla base dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Treviso davanti al quale Marton deve rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti per il quale è stato condannato a 3 anni e tre mesi. Il reato risale al 2009, quando venne trovato in possesso di 80 chili di hashish (lui poi ne dichiarò spontaneamente 120), un grosso guaio dopo il quale Marton decise di darsi ad una latitanza, che interruppe alcuni mesi dopo per essere in Italia il giorno del compleanno della madre. Arrestato, potè godere dei domiciliari, e nonostante questi iniziare a ricostruirsi una vita. «È un bravo ragazzo» ammette anche il suo avvocato Alessandra Nava, «si è lasciato alle spalle gli errori riuscendo a costruirsi una nuova vita».
Ma gli sforzi, e la gravità di quanto fatto, non hanno potuto impedirgli di confrontarsi con la giustizia che per una detenzione di 80 chilogrammi non prevedeva altra possibilità se non il carcere, unico luogo dal quale chiedere poi la possibilità di accedere a pene alternative.
Di qui l’ordine di arresto eseguito dai militari. Loris Marton ora è a Santa Bona, e vi resterà probabilmente fino alla prossima settimana quando potrà chiedere, e forse accedere, nuovamente agli arresti domiciliari.
Ma la battaglia, per lasciarsi dietro il passato legato alla droga, non è solo quella per dimenticare quei «panetti di hashish» scoperti nelle sue disponibilità durante l’operazione «Cormorano». Marton, nell’aula della corte d’appello di Venezia, sta anche affrontando infatti anche il processo per un reato del 2001, quando venne accusato di aver venduto circa 500 pastiglie di ecstasy nell’arco di un anno.
Comprensibile lo stupore tra amici, parenti e colleghi di lavoro, dove Loris aveva iniziato a farsi apprezzare per impegno e serietà. «Questo è il prezzo da pagare, purtroppo, per gli errori del passato», ha ammesso a mezza bocca ieri uno dei suoi conoscenti, «certe cose lasciano il segno, e si ripresentano quando magari si è tornati nella normalità e ci si è ricostruiti una vita. È quello che dovrebbero capire i ragazzi di oggi che forse guardano le cose con troppa leggerezza».
Marton, oggi ha famiglia, ma probabilmente ci vorranno anni prima di arrivare al giorno in cui potrà dirsi liberato dal suo passato e dedicarsi unicamente a un futuro buovo.
Federico de Wolanski
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